Le imprese dell’uomo più diabolico della storia sono universalmente note. Eppure Adolf Hitler non si accontentava di essere l’autore di uno sterminio che ha visto almeno 15 milioni di vittime morire in seguito alla sofferente esperienza dei campi di concentramento: il folle fuhrer progettava un’arma letale che avrebbe avuto la capacità di radere al suolo […]
Le imprese dell’uomo più diabolico della storia sono universalmente note. Eppure Adolf Hitler non si accontentava di essere l’autore di uno sterminio che ha visto almeno 15 milioni di vittime morire in seguito alla sofferente esperienza dei campi di concentramento: il folle fuhrer progettava un’arma letale che avrebbe avuto la capacità di radere al suolo vasti territori senza il minimo sforzo militare: il cannone solare.
Nel 1945, proprio nei giorni della guerra, i giornali tedeschi annunciavano l’inizio della costruzione del cannone solare da parte del Terzo Reich. Si trattava in pratica di un’enorme lente del diametro di 1,6 chilometri, posta a 30 chilometri dal suolo terrestre, il cui scopo sarebbe stato quello di riflettere un’enorme quantità di raggi solari, a seconda delle esigenze, su una parte o l’altra della Terra, scatenando in pratica l’inferno.
Il progetto nasce da un’idea del 1923 del fisico Hermann Oberth, noto alla storia per aver dato i natali alla missilistica moderna. Hitler, reso ancor più paranoico dalla pressione dei nemici, riprese in mano l’idea ormai datata e impose il grande annuncio ai giornali dell’epoca.
La costruzione del cannone solare avrebbe dovuto vedere il suo inizio nel 1945 – anno non propriamente fortunato per il fuhrer – e addirittura prevedeva l’installazione di una stazione spaziale dove, appunto, sarebbe poi stato montato il sistema di specchi.
Per quanto possa apparire fantascientifico, l’uso degli specchi ustori per propositi di guerra risale al 212 a.C.
Nonostante la tecnologia ormai superata, la megalomania di Hitler (stazione spaziale che avrebbe dovuto ospitare una lente di quasi due chilometri) era fin troppo per quei tempi e dunque di improbabile realizzazione.
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