Pedro Rodrigues Filho nasce in Brasile il 17 giugno 1954 ma comincia ad incassare colpi ancor prima di quella data. Il padre, custode in una scuola, percuote violentemente la moglie durante la gravidanza: alla nascita Pedrinho presenta una contusione alla testa. In famiglia non è l’unico figlio, ha una sorella che durante l’infanzia lo spinge […]
Pedro Rodrigues Filho nasce in Brasile il 17 giugno 1954 ma comincia ad incassare colpi ancor prima di quella data. Il padre, custode in una scuola, percuote violentemente la moglie durante la gravidanza: alla nascita Pedrinho presenta una contusione alla testa.
In famiglia non è l’unico figlio, ha una sorella che durante l’infanzia lo spinge in una macina per la canna da zucchero. Rischia di morire.
A 13 anni trova lavoro presso una macelleria; a 14 anni il sindaco di una città vicina tenta di uccidere suo padre accusandolo di una serie di furti all’interno delle mense scolastiche. Pedro, che già aveva manifestato il desiderio di uccidere qualcuno, compie i primi due omicidi per vendicare il padre.
Si rifugia in un comune della provincia di San Paolo, dove inizia a lavorare come spacciatore, si fidanza, si sposa. La moglie viene assassinata a pochi mesi dal parto. A questo punto della sua vita, ancora minorenne, Pedrinho Matador ha già all’attivo decine di omicidi.
Ancora non ha compiuto 18 anni quando viene a conoscenza della morte della madre, uccisa dal padre con 21 colpi di machete. Usa una violenza simile nel momento dell’incontro: estrae il suo cuore e ne mangia un pezzo.
A Pedro rimane solo la sorella, che tuttavia viene ammazzata da un uomo non identificato. Nello stesso periodo il Matador viene arrestato e rinchiuso nel carcere, luogo che rappresenterà il principale scenario della sua vita di serial killer.
Trascorre le giornate ad allenarsi e utilizza la sua forza fisica per togliere la vita a chiunque osi guardarlo nel modo sbagliato, oppure a chi russa rumorosamente, come il suo compagno di cella. Dopo 47 vittime viene chiuso in cella di isolamento, dalla quale può uscire esclusivamente sotto stretta sorveglianza, ma non sarà sufficiente.
Viene trasferito in un carcere di massima sicurezza, dove tenta nuovamente di uccidere ma viene fermato dalla voce del direttore del carcere, da lui molto stimato.
Le leggi brasiliane impediscono di tenere dietro le sbarre per più di 30 anni, così viene scarcerato nel 2007 e, senza alcuna sorpresa, arrestato lo stesso anno.
Afferma di aver assassinato almeno 100 persone; gli psicologi rilevano in lui psicopatia, asocialità e paranoia.
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