La passione dei tedeschi per il turismo balneare italiano è cosa nota. Nonostante la reputazione dell’Italia all’estero non sia più quella di una volta, durante i mesi estivi si verifica una sorta di migrazione dalla Germania verso le coste dello stivale. Se non avessimo a disposizione gli strumenti della conoscenza, potremmo quasi pensare che l’unico […]
La passione dei tedeschi per il turismo balneare italiano è cosa nota. Nonostante la reputazione dell’Italia all’estero non sia più quella di una volta, durante i mesi estivi si verifica una sorta di migrazione dalla Germania verso le coste dello stivale.
Se non avessimo a disposizione gli strumenti della conoscenza, potremmo quasi pensare che l’unico modo per i tedeschi di trovare un po’ di refrigerio e di aria marina sia proprio quello di varcare i loro confini. Ovviamente non è così.
I confini settentrionali della Germania sono bagnati da due mari, il Mare del Nord e il Mar Baltico, e soprattutto il paese vanta una delle più belle isole europee, Rügen. Caratterizzata dalle scogliere bianche di Stubbenkammer, un tempo questa terra è stata al centro di un megalomane progetto ideato da Adolf Hitler.
Nel 1936 a Rügen è stata posata la prima pietra del Prora Hotel, il più grande albergo del mondo.
Costituito da un complesso di otto edifici, l’albergo si estende per 5 chilometri sulle coste dell’isola tedesca e vanta 10mila stanze, capaci di ospitare circa 20mila persone.
Il Prora rientrava nel ben più ampio progetto di indottrinamento delle masse (denominato Forza attraverso la gioia) e mirava ad offrire un diversivo ai lavoratori tedeschi, i quali avrebbero potuto godere occasionalmente della “bontà” del sanguinario leader.
Nonostante gli ambiziosi progetti, il complesso turistico non ha mai ospitato nessuno: i lavori di costruzione vennero interrotti nel 1939, quando il rapporto con i paesi avversari cominciava ad incrinarsi ulteriormente e la principale preoccupazione del Führer si spostò in ambito militare.
Oggi cinque degli otto edifici sono ancora in piedi e continuano ad imporsi con il loro aspetto severo sulla romantica costa dell’isola.
Negli anni diversi sono stati i tentativi di riprendere in mano il parco nato durante il regime nazista, tuttavia gli abitanti del luogo ritengono opportuno lasciare l’enorme struttura così com’è, a testimonianza di un passato da non dimenticare mai.
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