L’educazione del proprio figlio è la responsabilità principale di un genitore. Spesso l’educazione viene ridotta all’insegnamento di regole, eppure c’è un altro aspetto dello sviluppo dei bambini quasi sempre ignorato, messo da parte: si tratta dell’educazione emotiva. Educare emotivamente un bambino vuol dire trasmettere il sistema mentale adeguato per affrontare la vita in tutte le […]
L’educazione del proprio figlio è la responsabilità principale di un genitore. Spesso l’educazione viene ridotta all’insegnamento di regole, eppure c’è un altro aspetto dello sviluppo dei bambini quasi sempre ignorato, messo da parte: si tratta dell’educazione emotiva.
Educare emotivamente un bambino vuol dire trasmettere il sistema mentale adeguato per affrontare la vita in tutte le sue sfumature: dalla vittoria alla sconfitta, dalla gioia alla tristezza. Per porre tali basi non è necessario essere psicologi o educatori esperti, semplicemente basta visualizzare il futuro dei bambini – ossia la vita da adulti – e dunque offrire loro le fondamenta per affrontarla al meglio.
Conoscenza di se stessi
Conoscere se stessi vuol dire essere consapevoli dei propri pregi e dei propri difetti, delle potenzialità e dei limiti. In altre parole, bisogna dare ai bambini la possibilità di esplorare il mondo per esplorare se stessi. Essere iperprotettivi preclude quasi totalmente questa possibilità e il risultato sarà inevitabilmente disastroso: il bambino a cui viene sottratta l’esperienza è un bambino che avrà difficoltà a valutare se stesso. L’autostima è la prima vittima dell’iperprotezione.
Responsabilità
Dare ai bambini delle responsabilità è il primo strumento per renderli autonomi. Il concetto dell’autonomia è estremamente importante nello sviluppo dei piccoli, e può essere insegnato attribuendo loro la gestione di piccoli aspetti della vita. È necessario metterli davanti ad una doppia visione, quella del dovere e quella del piacere.
Ciò riporta l’attenzione su due stati psicologici dell’individuo: la felicità e la frustrazione. La prima va assicurata senza alcun dubbio, ma la seconda non è meno importante. I bambini devono essere generalmente felici, tuttavia vivere in uno stato di soddisfazione perenne non consente al piccolo di capire che non tutto è concesso, che ci sono dei limiti da rispettare. L’insoddisfazione non è sempre un male.
Empatia
Mettendo al centro dell’universo il proprio figlio si contribuisce allo sviluppo di una personalità egoista che potrebbe riflettersi negativamente nella sua vita sociale. Viviamo in una società, circondati da altre persone che provano le stesse nostre emozioni. Siamo diversi ma in fondo tutti uguali: prima di agire, di pretendere, di giudicare, bisogna immedesimarsi negli altri per capirne lo stato d’animo.