Anatoly Moskvin non è un assassino, non ha mai aggredito nessuno e la sua fedina penale risultava perfettamente illibata. Un buon cittadino, uno studioso, un lavoratore che usciva al mattino per recarsi al suo impiego e rientrava nel tardo pomeriggio come chiunque altro. Dunque cosa rende degno di menzione il suo nome? Una invidiabile collezione […]
Anatoly Moskvin non è un assassino, non ha mai aggredito nessuno e la sua fedina penale risultava perfettamente illibata. Un buon cittadino, uno studioso, un lavoratore che usciva al mattino per recarsi al suo impiego e rientrava nel tardo pomeriggio come chiunque altro. Dunque cosa rende degno di menzione il suo nome? Una invidiabile collezione di cadaveri.
L’uomo di 45 anni residente a Nizhni Novgorod, a 500 chilometri dalla capitale russa, conservava nella sua abitazione 28 cadaveri abilmente riesumati da decine di cimiteri: arrestato nel 2011 ad un anno dalle prime denunce di “scomparsa”, Moskvin ha ammesso quasi con orgoglio di aver visitato oltre 700 cimiteri nel corso della sua vita.
I cadaveri appartenevano ad individui di sesso femminile tra i 12 e i 25 anni, che l’uomo riesumava scoperchiando le tombe con una pala, estraendone il contenuto e chiudendo tutto all’interno di sacchi di plastica. Ovviamente ciò avveniva di notte, al riparo da sguardi indiscreti.
Arrivato nel suo appartamento, il collezionista di cadaveri procedeva a vestirli di tutto punto oppure a travestirli (da bambola, da orsacchiotto di peluche, ecc.), dunque li posizionava in modo che apparissero vivi: un corpo era gentilmente seduto sul divano con le gambe accavallate, mentre a pochi centimetri un altro riposava disteso, poggiando la testa su un cuscino. Altri cadaveri erano invece ammassati tra gli scaffali di una libreria, altri ancora lasciati a terra senza particolare attenzione.
Moskvin, esperto di toponomastica, è stato descritto dai suoi vicini come un uomo di cultura, grande conoscitore della storia e di invidiabile intelligenza; nonostante ciò tutti hanno associato la sua eccellenza intellettuale ad una personalità eccentrica che lo rendeva allo stesso tempo affascinante e ambiguo.
Dopo l’arresto, Anatoly ha rivelato agli inquirenti che la passione per i cimiteri e i cadaveri risale alla sua infanzia, quando ebbe modo di assistere alla riesumazione di un corpo messa in atto da un gruppo di necrofili. Da allora, spiega Moskvin, non ha fatto altro che pensare ai morti.