Non tutti amano gli animali domestici, altri li tollerano, altri ancora li amano alla follia, più degli esseri umani stessi. Trattati come re e regine della casa, talvolta i padroni li adorano a tal punto da acquistare per loro vestiti e collari “firmati”, cucce di lusso e addirittura da portare le piccole creature da appositi […]
Non tutti amano gli animali domestici, altri li tollerano, altri ancora li amano alla follia, più degli esseri umani stessi. Trattati come re e regine della casa, talvolta i padroni li adorano a tal punto da acquistare per loro vestiti e collari “firmati”, cucce di lusso e addirittura da portare le piccole creature da appositi hair-stylist.
Ora, prendete l’immagine dell’animale viziato e trasportatela nella Gran Bretagna dell’800, dove i gatti erano oggetto di un vero e proprio culto da parte dei padroni, i quali organizzavano per loro funerali degni di un essere umano, talvolta preceduti dalla celebrazione del rito cristiano.
Era il 1894 quando una signora di Kensington vide passare a miglior vita il suo Paul, fedele compagno da 17 anni, vicino alla sua padrona fino all’ultimo momento. Sebbene la rispettabile signora inglese preferì evitare il rito religioso, per assicurare una degna sepoltura al micio venne convocato un servizio di pompe funebri di una certa importanza. La bara di quercia che ospitava il corpo senza vita fu poi esposta per qualche ora nella camera ardente, alla quale accorsero numerosi i conoscenti della padrona, anch’essi sconvolti dalla morte del gatto.
Qualche anno più tardi – come riporta l’Hull Daily Mail del 1897 – fu addirittura un sacerdote a mettere in scena la propria sofferenza per la morte del suo gatto obeso, come si legge nel vecchio articolo. Anche in questo caso la bara era di quercia con eleganti rifiniture in ottone, anche se in realtà il funerale non si tenne nel luogo del decesso: il sacerdote – con il supporto della famiglia distrutta dal dolore – portò con sé la bara in un treno con misteriosa destinazione e l’uomo rientrò solo tre giorni dopo, ancora affranto dal rito della sepoltura.
Non tutti i gatti però riuscivano ad essere salutati come i loro padroni avrebbero voluto. L’addio al micio di Elizabeth Platonovna Yaroshenko fu infatti interrotto da una folla indignata che, accodatasi alla famiglia della donna per l’ultimo saluto a Tom, inscenarono una protesta che causò la sospensione dell’evento e addirittura la fuga della povera padrona, la quale riuscì per un pelo a recuperare la bara contenente il suo Tom. L’evento finì su diversi giornali e una squadra di poliziotti fu incaricata di sostare di fronte all’abitazione della Yaroshenko per garantirle la sicurezza dall’indignata e feroce folla.
Nella foto il ritratto della Yaroshenko insieme al suo amato gatto:
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