Quanti rapporti sono stati spezzati dalle aspettative che si hanno dalle altre persone? Quando aiutiamo gli altri, spesso – magari inconsciamente – ci sentiamo in credito nei loro confronti, pronti a ricevere qualcosa in cambio. In questo modo, però, le buone azioni non possono più definirsi tali e diventano di fatto dei prestiti. Una tale […]
Quanti rapporti sono stati spezzati dalle aspettative che si hanno dalle altre persone? Quando aiutiamo gli altri, spesso – magari inconsciamente – ci sentiamo in credito nei loro confronti, pronti a ricevere qualcosa in cambio. In questo modo, però, le buone azioni non possono più definirsi tali e diventano di fatto dei prestiti.
Una tale mentalità può tornare utile in determinati contesti sociali, tuttavia se lasciamo che la regola implicitamente accettata del do ut des diriga anche le relazioni sentimentali, di amicizia o più in generale tutti quei rapporti che non hanno nulla di affaristico alla loro base, il rischio di incorrere in una sonora delusione aumenta in modo esponenziale.
L’altruismo e la generosità sono tratti intimi di una persona, caratteristiche messe in essere indipendentemente dalle reazioni che possono conseguirne. Nel momento in cui offriamo il nostro aiuto a qualcuno, la consapevolezza dell’atto benevolo fine a se stesso genera nell’individuo una sensazione di appagamento che mai potrà essere procurata dal recupero di un credito, in questo caso rappresentato dalla restituzione di un favore.
Nel momento in cui si compie un gesto in apparenza altruista, imprimendolo allo stesso tempo in una sorta di libro contabile mentale dei crediti e dei debiti, l’atto in questione non termina con la sua fine materiale ma al contrario dà inizio ad un processo psicologico di pianificazione dei rapporti sociali, soggetti ad una continua analisi che non permetterà di viverli liberamente.
Se prendiamo in considerazione le diverse personalità che caratterizzano gli individui, sarà facile intuire come un aiuto possa essere percepito in modo diverso: alcuni si sentiranno in dovere di ricambiare, altri si limiteranno ad apprezzare il gesto. Il secondo tipo di persone viene erroneamente considerato avaro, ingrato, ma si tratta in realtà dei veri generosi, ossia di coloro che non vedono possibilità di profitto nelle azioni altruistiche.
Fermarsi a riflettere sulla psicologia e sul comportamento umano è quasi sempre sorprendente per la complessità dell’oggetto in analisi, e lo è ancor di più quando sotto la lente di ingrandimento è la nostra stessa persona. Colto l’input di questa riflessione, pensate a tutte le delusioni che avete subito per non essere stati ripagati… e soprattutto al perché aspettavate una ricompensa.
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