Il mistero di Roopkund sembra aver trovato la sua soluzione a distanza di oltre 60 anni dalla sua scoperta. Tutto cominciò nel 1942, quando una guardia britannica rinvenne in India nei pressi di un lago ghiacciato – a oltre 5000 metri sul livello del mare – una grande quantità di resti umani. Ciò fu possibile […]
Il mistero di Roopkund sembra aver trovato la sua soluzione a distanza di oltre 60 anni dalla sua scoperta. Tutto cominciò nel 1942, quando una guardia britannica rinvenne in India nei pressi di un lago ghiacciato – a oltre 5000 metri sul livello del mare – una grande quantità di resti umani. Ciò fu possibile grazie all’anomalo clima di quell’anno, particolarmente caldo, il quale causò lo scioglimento dei ghiacci e dunque l’emergere degli scheletri.
In un primo momento il Regno Unito pensò ad un tentativo fallito di esplorazione da parte delle autorità giapponesi, ma presto questa ipotesi venne scartata in seguito alle analisi effettuate sui resti: benché presentassero ancora porzioni di pelle, carne e capelli, le ossa risultarono risalire all’anno 850 d.C.
Nonostante l’età avanzata degli scheletri, i ricercatori riuscirono finalmente a stabilire la causa della loro morte: forti colpi inflitti sul cranio e sulle spalle. Tuttavia – al di là delle lesioni riscontrate – per un lungo periodo non fu ancora possibile capire i motivi celati dietro tali effetti, ossia le ragioni per cui duecento persone circa erano andate incontro a tale destino.
In India, in particolare nella regione dell’Himalaya, è comune tra la popolazione un’antico canto che racconta l’ira di una dea nei confronti di coloro che avevano osato usurpare le terre incontaminate e dei quali si vendicò con una “pioggia dura come il ferro”.
Sebbene si tratti di canti popolari legati alla religione e dunque al metafisico, la realtà riscontrata dai ricercatori potrebbe avvicinarsi sorprendentemente alla leggenda.
In seguito alla spedizione tenutasi nel 2004 per scoprire i misteri del luogo, si è infine giunti alla conclusione che i duecento decessi furono causati da una violenta grandinata e che le vittime – appartenenti a due gruppi diversi, uno dei quali svolgeva probabilmente la funzione di guida – vennero colpite ripetutamente da massi di ghiaccio di circa 23 centimetri.
E' severamente vietato copiare i contenuti de "La Nona Porta" senza citare la fonte.