I componenti di un misterioso gioco da tavola scomparso da oltre 1.500 anni sono stati rinvenuti in una tomba risalente a circa 2.300 anni fa. La scoperta è stata annunciata dalle autorità di Qingzhou, città della Cina in rapido sviluppo. Gli archeologi hanno trovato, in particolare, una sorta di dado a 12 facce ricavato dal […]
I componenti di un misterioso gioco da tavola scomparso da oltre 1.500 anni sono stati rinvenuti in una tomba risalente a circa 2.300 anni fa. La scoperta è stata annunciata dalle autorità di Qingzhou, città della Cina in rapido sviluppo.
Gli archeologi hanno trovato, in particolare, una sorta di dado a 12 facce ricavato dal dente di un animale, ventuno pezzi rettangolari con numeri dipinti su di essi e infine una mattonella rotta, anche quest’ultima parte del gioco e che, una volta ricostruita, ha rivelato ritrarre due occhi circondati da nuvole e fulmini.
IL GIOCO
Le dodici facce del dado sono numerate da uno a sei attraverso l’uso di un antico linguaggio cinese. Ogni numero si ripete per due volte, mentre due facce non presentano alcun simbolo o numero.
I dati raccolti portano i ricercatori ad associare i pezzi rinvenuti con un gioco chiamato bo o liubo, anche se ad oggi ancora non si è avuto modo di capirne esattamente le regole e lo svolgimento esatto.
Questo gioco, un tempo evidentemente molto comune, è stato ripreso perfino in una poesia di oltre 2000 anni fa di Song Yu, grazie alla quale si può avere una vaga idea del bo:
Poi, con il dado di bambù e i pezzi d’avorio, il gioco del Liu Bo ha avuto inizio. Le parti sono state prese, avanzano insieme minacciandosi a vicenda. I pezzi vengono coronati e il punteggio raddoppiato. Si alzano le grida di “cinque bianchi!”
LA TOMBA
La scoperta è avvenuta all’interno di una tomba dall’aspetto lussuoso per quell’epoca, probabilmente appartenente ad una ricca famiglia dell’aristocrazia. Presenta due grandi rampe che portano ad una scala, in fondo alla quale si raggiunge finalmente la camera dove si teneva la sepoltura.
Lunga circa 100 metri, al suo interno è stato rinvenuto lo scheletro di un uomo rannicchiato in un pozzo: a tali resti gli archeologi e i ricercatori hanno associato la figura di un cosiddetto tombarolo, ossia di un ladro che mirava a depredare gli oggetti preziosi lasciati insieme ai defunti.
FONTE
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