Il 4 luglio del 1975, cominciò nelle contee settentrionali dell’Inghilterra una scia di sangue e terrore che sarebbe durata per un lustro. Peter Sutcliffe nacque il 2 giugno del 1946, a Bingley, una contea dello Yorkshire. Il padre, un tipo abbastanza rude, usciva spesso di casa dopo cena per andare nei bar; la madre, pur […]
Il 4 luglio del 1975, cominciò nelle contee settentrionali dell’Inghilterra una scia di sangue e terrore che sarebbe durata per un lustro.
Peter Sutcliffe nacque il 2 giugno del 1946, a Bingley, una contea dello Yorkshire.
Il padre, un tipo abbastanza rude, usciva spesso di casa dopo cena per andare nei bar; la madre, pur tollerando queste frequenti uscite, non digeriva affatto il comportamento del marito e sospettava che il consorte avesse qualche amante.Queste insinuazioni di infedeltà fecero crescere in Peter un particolare odio verso le donne.
A differenza dei suoi fratelli e sorelle, Peter non frequentava i bambini della sua età per giocare, ma se ne stava rintanato in casa vicino alla madre, che lo adorava così come gli altri figli.
Il burbero padre John desiderava che suo figlio diventasse uno dei primi della classe, ma le sue speranze si dissolsero rapidamente, in quanto Sutcliffe non fu in grado nemmeno di terminare gli studi.
Una volta cresciuto, la sua avversione per le donne rimase intatta, tanto è vero che la sua prima attrazione verso una ragazza avvenne all’età di venti anni, quando conobbe una studentessa di nome Sonia Szurma, di origine Cecoslovacca.
La relazione sembrava destinata a finire in fretta, visto che la ragazza aveva dei problemi di schizofrenia ed era spesso obbligata a curarsi in qualche istituto psichiatrico, ma, nonostante questi”intoppi”, i due si sposarono il 10 agosto del 1974.
In quel periodo, Peter lavorava presso un’impresa di pompe funebri. In alcune circostanze, quando gli capitava di stare solo prima di una sepoltura, si avvicinava al defunto e gli sfilava di dosso alcuni oggetti di valore. A volte, nel cimitero, apriva l’ossario e se ne stava a fissare e toccare gli scheletri per delle ore.
Un giorno, un suo collega si accorse di questo suo comportamento e diffuse la notizia, così, quando venne alla luce un furto pre-sepoltura, Peter fu licenziato in tronco.
Trovandosi in quella situazione, Peter spese quei pochi soldi che aveva andando in una scuola guida per prendere la patente per i camion e, con i soldi che gli rimasero (sommati a quelli ricavati dalla vendita della sua automobile) si comprò un camion con il quale lavorare.
La notte del 4 luglio del 1975, Anna Rogulsky e il suo fidanzato erano con degli amici in un locale dove stavano passando la serata. Durante una discussione, tra i due giovani nacque una lite, al termine della quale la ragazza decise di tornarsene a casa a piedi, da sola.
Nel pieno della notte, senza un’anima in giro, un’ombra armata di martello assalì la giovane quando è ormai arrivata a casa, infierendo tre volte sulla sua testa. Una volta che Anna, ferita, finì a terra, il killer estrasse anche un coltello da cucina e le sferrò diversi colpi all’addome.
Le forti urla attirarono l’attenzione del vicinato e l’aggressore scappò. Anna sopravvive a quella terribile avventura grazie al tempestivo intervento del pronto soccorso.
Il non essere riuscito a completare la propria opera contribuì ad aumentare la furia dell’assassino, tanto che la vittima successiva non avrebbe avuto scampo.
Per Peter non era difficile adescare delle donne durante i frequenti spostamenti di lavoro con il suo camion. In maggioranza prostitute, a notte fonda, quando pochi occhi avrebbero potuto vederlo in azione.
Il suo primo omicidio risale al 29 settembre del 1975, quando incontrò per strada la prostituta Wilma McCann, 28 anni, bella, bionda e slanciata.
Appena l’ebbe adocchiata, Peter accostò il suo camion e la fece salire. Si allontanarono verso un luogo nascosto e, una volta fermato il mezzo, Sutcliffe colpì la donna due volte alla testa con il fido martello, poi le tagliò la gola con un coltello e finì il massacro con quindici pugnalate all’addome.
Il 20 novembre, sempre dello stesso anno, la polizia trovò dentro un garage il corpo straziato da diverse coltellate, e con il segno profondo di un morso sul seno, della giovane Joan Harrison.
L’autopsia rivelò che la donna era stata anche violentata dopo la morte.
Il giorno successivo, arrivò alla centrale della polizia una lettera firmata”Lo Squartatore dello Yorkshire:”Non mi fermerò fin quando non mi prenderete, ammesso che ci riusciate.”
Gli investigatori non presero in considerazione la lettera come autentica, identificandola come il gesto di un mitomane.
Emily Jackson stava attraversando un momento economico negativo, perciò decise di prostituirsi fino a quando non avrebbe risolto i suoi problemi. Una scelta che le sarebbe costata la vita.
Nel freddo 20 gennaio del 1976, la donna prese il suo furgone e si diresse in una zona frequentata abitualmente da prostitute dove, dopo qualche ora di attesa, si fermò un camion. L’uomo alla guida scese e convinse Emily a salire sul suo veicolo e, portatala un luogo sicuro, cominciò a prenderla a martellate. In seguito la trascinò dietro ad un albero e, con un cacciavite, la colpì più di cinquanta volte a gambe, seno e addome.
Anche se il modus operandi dell’assassino cambiava di frequente, la polizia attribuì quell’omicidio alla stessa persona che uccise Joan Harrison.
Lo Squartatore si prese una pausa di circa tredici mesi, prima di colpire la ventottenne Irene Richardson, prostituta di Leeds.
L trovarono vicino ad un cassonetto il 5 febbraio 1977, coperta con il suo stesso cappotto. La scena che si presentò agli occhi della polizia fu terribile: il cranio era stato sfondato da colpi di martello, la gola tagliata fino a quasi decapitarla, l’addome completamente aperto con gli intestini tirati fin sopra le ginocchia.
A causa del lavoro da camionista, gli spostamenti di Peter erano sempre più frequenti.
Sabato 23 aprile 1977, si stava recando nella cittadina di Bradford per consegnare del materiale, quando incontrò la prostituta Patricia Atkinson, che sta rientrando a casa.
Siccome la giornata lavorativa della ragazza era terminata, Peter dovette offrirle il doppio della tariffa abituale per convincerla a farlo entrare nel suo appartamento. Qui, l’assassino tirò fuori dal giubbotto il solito martello e la colpì tre volte in testa, poi impugnò uno scalpello e le trafisse lo stomaco con brutalità, finendo quindi il suo operato prendendole a morsi il seno fino a staccarne delle parti.
Due giorni dopo, il killer entrò in un locale per bere qualcosa, quando vide passare attraverso la vetrata una bella ragazza dai capelli lunghi lisci e biondi. Il soggetto in questione si chiamavaJayne MacDonald, di 16 anni, ed era appena uscita da una discoteca per dirigersi al posteggio dei taxi.
Senza pensarci due volte, Peter l’assalì e la trascinò in un campo da gioco lì vicino, dove le tagliò la gola.
Il giorno dopo, i giornali scrissero in prima pagina:”Una giovane ragazza è stata macellata, nessuna donna è al sicuro nelle contee settentrionali“.
La polizia aveva ora addosso anche la stampa, oltre alla popolazione furibonda, ma, nonostante i loro sforzi, lo Squartatore dello Yorkshire era ancora in circolazione.
Non sempre gli attacchi del killer andavano a segno, come nel caso di Maureen Long, che venne assalita da Sutcliffe, che le aveva offerto un passaggio fino a casa.
Mentre l’assassino cercava di pugnalare la sua vittima, fu intimorito dall’abbaiare di un cane e scappò via, lasciando in vita Maureen.
Quando la ragazza fu in condizione di parlare, gli investigatori cercarono di avere maggiori informazioni. Dopo qualche sforzo mentale, lei ricordò che la macchina era bianca con il tettuccio nero e che l’uomo era un bianco con le spalle larghe, i capelli ricci e neri, lunghi fino alle spalle, baffuto e tra i 35 e i 40 anni.
Forse spaventato da una possibile cattura, Peter cambiò prontamente automobile, acquistando una Ford rossa e, sempre nello stesso periodo, acquistò una nuova casa a Bradford.
Il 1° ottobre del 1977, nelle vicinanze di un cimitero a Manchester, avvicinò la prostituta Jean Jordan, e le sferrò tredici colpi di martello fracassandole il cranio. Dopo la morte, infierì sul cadavere con ventiquattro coltellate, nascondendolo poi dietro ad un cespuglio.
Qualche giorno dopo, ascoltando il notiziario per godere delle sue malefatte, Peter rimase deluso dal fatto che, nemmeno dopo una settimana, il corpo della ragazza era stato ritrovato.
Decise così di tornare sul luogo del delitto per rimuovere il corpo di Jean, non prima di averlo martoriato nuovamente con altre numerose coltellate alle gambe e al ventre.
Nel frattempo, la polizia stava setacciando tutte le zone del nord dell’Inghilterra. Arrivarono ad interrogare anche molti cittadini di Bradford, compresi Peter e sua moglie, ma lo Squartatore per il momento continuava a farla franca.
Nel gelido e nevoso 31 gennaio 1978, le sorelle Helen e Rita Rytka si erano fermate in un bar a bere qualcosa di caldo, perchè avrebbero dovuto affrontare una temperatura sotto lo zero per guadagnare dei soldi prostituendosi. Verso le 21, decisero di lasciare il locale per recarsi al loro solito posto. Il primo cliente di Helen fu proprio il killer.
Arrivati sul posto prescelto, l’assassino tirò una martellata alla donna che riuscì comunque a scappare con la forza della disperazione. Raggiunta, Helen venne tirata per i capelli dietro un muretto, dove Peter la finì a coltellate.
La sera del 21 gennaio del 1978, la prostituta Yvonne Pearsonvenne avvicinata da un’auto rossa mentre stava andando a trovare un amico-cliente. Sventolando una mazzetta di banconote, l’automobilista la convinse a salire a bordo. La ritroveranno solamente il 26 marzo, grazie ad un passante che aveva notato un braccio uscire da dietro degli scatoloni messi sul ciglio della strada. Nel referto dell’autopsia c’era scritto che il torace era stato schiacciato e la gola aveva un taglio profondo.
Il 16 maggio del 1978, l’assassino si sposta a Manchester. Nel tardo pomeriggio, Vera Millward viene aggredita in un vicolo vicino alla farmacia presso la quale si stava recando. Storditala a martellate, il killer la squarciò completamente fino alla fuoriuscita degli intestini poi, non contento, le piantò una coltellata nell’occhio destro.
Lo squartatore si prese quindi una nuova pausa di circa undici mesi e tornò a colpire il 4 aprile del 1979, quando una ragazza di nome Josephine Whitaker venne aggredita verso mezzanotte da uno sconosciuto che le aveva chiesto l’ora. Dopo averle strappato i vestiti, Sutcliffe si accanì su di lei, inferendole 25 pugnalate su seno seno, gambe e addome.
La mattina seguente Josephine venne trovata da una donna dietro ad un cassonetto.
Le chiamate alla polizia da parte dei cittadini della zona non si contavano più, mentre la stampa pressava facendo allusioni al più famigerato Jack del 1888. Intanto il tempo passava e le vittime aumentavano.
Il 1° settembre del 1979, la studentessa Barbara Janinevenne pedinata dal killer mentre tornava a casa da un locale di Bradford, dove aveva passato la serata con degli amici. La ritrovarono il giorno dopo, in un parco, con la gola squarciata e il ventre aperto.
In quel periodo, Peter aveva conosciuto una donna di nome Theresa Douglas a Holytown, paese a pochi chilometri da Glasgow. Ebbe con lei una breve relazione, approvata dai genitori della ragazza, che erano felici che la loro figlia avesse incontrato un uomo dai modo così gentili.
Peter andò parecchie volte da loro a cena. Durante una di queste serate, il fratello di Theresa disse a Peter: “Se ti fisso negli occhi, mi sembra di vedere il Diavolo.” La risposta che ricevette fu:”Per forza, sono io lo Squartatore dello Yorkshire!”. La”battuta” scatenò le risate generali, però dopo quella sera i Douglas non videro più Peter Sutcliffe.
Il 20 agosto del 1980, venne massacrata un’impiegata statale di nome Pratolina Walls a Farsley, un distretto di Leeds. Venne ritrovata in un vicolo, con le gambe ferite da profondi tagli, la testa quasi staccata dal corpo e entrambi i seni asportati.
L’ultima vittima dello Squartatore, fu una studentessa di nomeJacqueline Hill, è il 17 novembre del 1980. La ragazza era appena uscita da un corso serale, verso le 21.30, a Leeds, e stava passando davanti ad un ristorante, nel quale in quel momento c’era il killer che cenava. La vista di quella bella ragazza lo indusse a finire anzitempo la cena per seguirla e ucciderla.
A pochi metri dall’abitazione della giovane donna, l’assassino gli diede una martellata, poi la trascinò dietro una siepe per non farsi vedere. Qui la pugnalò ripetutamente, infierendo anche su un occhio, perché infastidito dallo sguardo fisso della ragazza. Il mattino seguente, Jacqueline venne ritrovata da un commesso di un negozio lì vicino.
La fine di questi orribili omicidi arrivò Venerdì 2 gennaio 1981.
Peter si trovava a Sheffield, per fare delle consegne. A differenza di altre volte, non era con il suo camion, bensì con una Rover marrone.
Finito il lavoro, verso le 21, si diresse in una zona frequentata da prostitute. Dopo vari giri, caricò in macchina Olivia Reivers, 24 anni, e parcheggiò poco oltre. Nel suo giubbotto erano pronti gli attrezzi del”mestiere”: in una tasca il martello, nell’altra un coltellaccio.
Il caso volle però che in quel momento passasse una volante della polizia, che si fermò proprio dietro alla Rover.
I poliziotti fecero scendere i due dalla vettura per un controllo di routine, Peter disse che quella donna era la sua amante, ma la sua affermazione non venne creduta, anche perché gli agenti riconobbero la prostituta. A quel punto, l’uomo chiese il permesso di andare a orinare e approfittò del consenso dei poliziotti per disfarsi del martello e del coltello.
Durante gli accertamenti in centrale, emerse che la targa Rover risultava rubata, perciò Peter si giustificò dicendo che l’aveva sostituita per non far sapere alla moglie che andava a prostitute.
Mentre gli interrogatori continuavano, uno dei poliziotti si ricordò di aver sentito un oggetto metallico cadere vicino a Peter quando si era allontanato da loro. Ritornati sul posto per un sopraluogo, i poliziotti trovarono sia il martello che il coltello. Per lo Squartatore era la fine: già poche ore dopo confesserà tutti gli omicidi.
Nella cabina del camion di Peter, fu trovata dagli investigatori una scritta che diceva:”In questo camion c’è un uomo il cui genio nascosto, se liberato, farebbe tremare la Nazione, la cui energia dinamica dominerebbe le persone intorno a lui. Meglio lasciarlo dormire?”
Durante il processo, avvenuto lunedì 5 gennaio 1981, il giudice chiese a Peter per quale motivo avesse compiuto quelle atrocità e lui gli rispose che, nel 1967, quando lavorava presso la ditta di pompe funebri, mentre si trovava davanti ad una tomba con un grande crocifisso, aveva sentito una voce che gli disse:”Devi uccidere tutte le prostitute“.
Venerdì 22 maggio del 1981, la giuria emise il verdetto, dichiarando Peter Sutcliffe sano di mente e colpevole di tredici omicidi, condannandolo all’ergastolo.
Il 10 marzo 1997, Peter fu aggredito da un altro detenuto, che lo pugnalò a entrambi gli occhi. Nonostante l’intervento immediato, i medici del carcere sono riusciti a salvargliene uno solo.
A tutt’oggi, Sutcliffe continua a ricevere numerose lettere dalle sue ammiratrici!
FONTE: Occhirossi.it
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