Nel 1917 tre bambini – oggi conosciuti come “i tre pastorelli” – si trovano come loro abitudine in una località nei pressi di Fatima, in Portogallo, per controllare il gregge al pascolo. Lucia, Giacinta e Francisco (gli ultimi due deceduti rispettivamente a 10 e 11 anni per una malattia) raccontano di aver visto apparire davanti […]
Nel 1917 tre bambini – oggi conosciuti come “i tre pastorelli” – si trovano come loro abitudine in una località nei pressi di Fatima, in Portogallo, per controllare il gregge al pascolo. Lucia, Giacinta e Francisco (gli ultimi due deceduti rispettivamente a 10 e 11 anni per una malattia) raccontano di aver visto apparire davanti ai loro occhi la Madonna, la quale avrebbe loro rivelato i tre segreti di Fatima.
Mentre i primi vengono trascritti da suor Lucia nel 1941, un velo di mistero avvolge il terzo segreto di Fatima per lungo tempo. La donna, unica sopravvissuta dei tre pastorelli, riporta infine su carta il terzo segreto su ordine del vescovo. Rimane sigillato fino al 1960, anno in cui ad aprirlo è Giovanni XXIII, che tuttavia preferisce non rivelarne il contenuto.
La rivelazione del terzo segreto di Fatima avviene nel 2000 per decisione di Giovanni Paolo II e immediatamente scatena caos mediatico, durante il quale numerose interpretazioni si accavallano l’una sull’altra senza trovare mai una parvenza di ordine.
Ecco cosa scrive suor Lucia:
Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva grandi fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo intero; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio.
La prima interpretazione – quella inizialmente più accreditata – non poteva che essere il tentativo di assassinio ai danni di papa Giovanni Paolo II avvenuto nel 1981, quando Ali Agca sparò per uccidere. A sostegno di questa interpretazione vi è la convinzione dello stesso Papa di essere sopravvissuto grazie alla Vergine Maria, la quale avrebbe “deviato” i proiettili.
Ampia risonanza ha avuto anche l’interpretazione di Antonio Socci, secondo il quale la visione non è destinata ad alcun episodio particolare, al contrario avrebbe valore simbolico. Il giornalista sostiene infatti che la morte del “vescovo bianco” rappresenti la morte della religione cristiana nonché l’arrivo di una terza guerra mondiale.
Dopo i più recenti eventi, secondo alcuni il vescovo bianco potrebbe rappresentare il “Papa dimesso”, ossia il Papa emerito, che – lasciato il ruolo di Santo Padre – torna “semplice vescovo” ma in questo caso vestito di bianco (riferimento alla vicenda di Benedetto XVI).
E' severamente vietato copiare i contenuti de "La Nona Porta" senza citare la fonte.