Per gli amanti della cronaca nera rappresenterebbe una tappa obbligatoria delle gite a Londra, tuttavia il condizionale è d’obbligo dato che il Museo Nero (The Black Museum) può essere visitato solo dagli addetti ai lavori, ma anche per loro è un’impresa. Oggi conosciuta in via ufficiale come Museo del Crimine, l’esposizione dei reperti criminali […]
Per gli amanti della cronaca nera rappresenterebbe una tappa obbligatoria delle gite a Londra, tuttavia il condizionale è d’obbligo dato che il Museo Nero (The Black Museum) può essere visitato solo dagli addetti ai lavori, ma anche per loro è un’impresa.
Oggi conosciuta in via ufficiale come Museo del Crimine, l’esposizione dei reperti criminali raccolti e conservati dalle autorità di Scotland Yard nacque nel 1874 grazie all’idea di un ispettore, il quale in quei cimeli vedeva la possibilità di istruire i componenti delle forze dell’ordine sul modo di operare dei criminali.
Il nome di Museo Nero venne coniato nel 1877, quando un reporter dell’Observer tentò in tutti i modi ma senza successo di accedere all’affascinante luogo. Da allora sono cambiate sedi, edifici e quartieri, ma a Scotland Yard hanno sempre trovato spazio per il suo allestimento.
Il museo criminale è oggi costituito da due sezioni. Nella prima sono raccolte ed esposte armi di vario tipo, all’epoca utilizzate in omicidi e aggressioni avvenuti per le strade della capitale britannica nel XIX secolo; è in questa sala che si possono leggere alcune lettere presumibilmente scritte dalla mano di Jack lo squartatore, il serial killer la cui identità è tuttora un mistero e del quale non si smette mai di rincorrerne le tracce. La seconda sezione è stata istituita in tempi più recenti ed è dedicata ai crimini del XX secolo; qui si possono trovare i reperti della rapina al Millennium Dome e la pallottola che privò della vita il dissidente bulgaro Georgi Markov.
Purtroppo anche oggi, come in passato, risulta impossibile per i “civili” accedere all’esposizione del Black Museum, la quale può essere visitata esclusivamente dai membri delle forze dell’ordine britanniche, e neanche tanto facilmente: le richieste sono così tante da generare una lunga lista d’attesa.
Al celebre museo venne dedicato l’omonimo programma radiofonico condotto da Orson Welles, che ad ogni puntata partiva da uno degli oggetti in esso esposti per raccontare attraverso una drammatizzazione le storie che li hanno resi degni di nota.
Tra i casi esposti nel Museo Nero compaiono quelli di Ruth Ellis, John Christie, John Haigh e dei fratelli Stratton.
E' severamente vietato copiare i contenuti de "La Nona Porta" senza citare la fonte.