Il Canada è uno di quei paesi che difficilmente trova spazio nei titoli dei telegiornali. Un paese generalmente tranquillo, con un’economia stabile ed una qualità della vita che fa invidia ai vicini Stati Uniti. Lo stato nordamericano è estraneo ai tragici eventi che spesso si verificano al di là dei confini, tuttavia la dolcezza del […]
Il Canada è uno di quei paesi che difficilmente trova spazio nei titoli dei telegiornali. Un paese generalmente tranquillo, con un’economia stabile ed una qualità della vita che fa invidia ai vicini Stati Uniti. Lo stato nordamericano è estraneo ai tragici eventi che spesso si verificano al di là dei confini, tuttavia la dolcezza del suo sciroppo d’acero non è sufficiente a mitigare l’animo degli offender seriali.
Nel 2010 viene processato Russell Williams, comandante di una delle più importanti basi aeree del paese. L’uomo di 47 anni non si trova in un tribunale militare, perché l’oggetto della controversia è la morte violenta di due donne, una avvenuta nel 2009, l’altra – quella che ha fatto scattare l’allarme – appena pochi mesi prima del processo.
Nel settembre 2009, l’ex militare si introduce nell’abitazione di una donna che dormiva sul divano, davanti alla tv. La immobilizza con una corda, la benda e la rassicura: non doveva fare altro che assumere delle pose sexy, lui avrebbe semplicemente scattato delle foto. La vittima si ribella, lui procede con il suo programma. Scatta fotografie, aggredisce sessualmente e poi uccide. La scena si ripete nel gennaio 2010 con un’altra donna.
Russell Williams confessa, dice di essere pentito, ma a giudicare dai souvenir presenti sul disco fisso del colonnello non si direbbe. La lunga lista di immagini conservate nel suo computer sono state infatti scattate in ben ottantadue occasioni, ottantadue invasioni domestiche ad opera del militare che, per sua stessa ammissione, provava impulsi di pedofilia.
Per soddisfare questi ultimi, l’ufficiale canadese si introduceva nelle case in cui vivevano bambine e ne rubava gli indumenti intimi. Tuttavia non si trattava solo di un istinto sessuale malato, perché Williams si divertiva a lasciare messaggi nelle case che invadeva, talvolta accendeva il computer della vittima e scriveva lì le sue note.
A dargli piacere non erano solo le mutandine. Perché nei giorni seguenti alle sue invasioni domestiche, il comandante acquistava tutti i quotidiani in circolazione e ne ritagliava gli articoli a lui dedicati, ai crimini da lui commessi.
Russell Williams si apprestava a diventare una delle figure più rilevanti dell’esercito canadese; oggi si appresta a trascorrere un altro giorno della sua condanna all’ergastolo in carcere.
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