Enriqueta Martì i Ripolles nasce nel 1868 a Sant Feliu de Llobregat un piccolo paese ad una decina di chilometri da Barcellona. Il nucleo familiare da cui proviene, inutile dirlo, è poverissimo: il padre soffre di alcolismo cronico e la madre fa quello che può per mandare avanti la famiglia lavorando come donna delle pulizie. Ed è proprio come donna delle […]
Enriqueta Martì i Ripolles nasce nel 1868 a Sant Feliu de Llobregat un piccolo paese ad una decina di chilometri da Barcellona. Il nucleo familiare da cui proviene, inutile dirlo, è poverissimo: il padre soffre di alcolismo cronico e la madre fa quello che può per mandare avanti la famiglia lavorando come donna delle pulizie.
Ed è proprio come donna delle pulizie che Enriqueta comincia a lavorare quando si trasferisce nella capitale della Catalogna.
Per un breve periodo, da giovane si guadagna da vivere come bambinaia e sembra anche che sia brava e che si faccia amare dai bambini che le vengono affidati.
Ma non dura a lungo; ben presto la donna ritiene di poter guadagnare di più come prostituta.
All’età di 20 anni si sposa con un pittore: Joan Pujalò, le sue opere non riscontrano nessun successo, quindi Enriqueta non rinuncia a lavorare presso i bordelli e nemmeno a frequentare altri uomini, aggiungendo anche una nuova “professione”: la guaritrice, fabbrica e vende con profitto pozioni miracolose in grado di guarire ogni male, senza mai rivelare come produce questi suoi “Elisir”.
Il 10 febbraio 1912, scompare una bambina di 5 anni: Teresita Guitart Congost. La sparizione si aggiunge a quelle di altri bambini non più ritrovati avvenute negli ultimi tempi a Barcellona. L’opinione pubblica spagnola insorge accusando d’ignavia le istituzioni. Il 17 febbraio dello stesso anno una donna, Claudia Elías, vede una bambina sconosciuta afacciata ad una finestra di una casa situata di fronte alla sua al 29 di Calle Poniente. Elías pensa che si tratti della bimba scomparsa e comunica i suoi sospetti al marito che informa la polizia sulla strana donna che abita in quella casa con una bambina mai vista prima nel quartiere. L’abitazione in questione è quella di Enriqueta Martí.
Enriqueta è conosciuta dalla polizia come facoltosa possidente di vari immobili e vengono quindi mandati per una perquisizione l’agente Ribot con due poliziotti. Gli agenti trovano nella casa due bambine e alla domanda circa la loro identità Enriqueta mente affermando che una è sua figlia Angelita e l’altra, con la testa rasata, è una bambina da lei trovata abbandonata per strada alla quale ha dato rifugio. Interrogata dagli agenti la bambina dice che in quella casa le hanno detto di chiamarsi Felicidad; in realtà è Teresita, la bimba scomparsa che viene restituita alla famiglia.
Dai successivi interrogatori e perquisizioni della casa di Enriqueta emerge alla fine tutta la verità. Le due bambine raccontano che assieme a loro c’era anche un bambino, Pepito, che era stato rinchiuso in una stanza dove loro assolutamente non potevano entrare.
Ma le due bambine, approfittando dell’assenza della donna, erano invece andate a trovare il loro compagno in castigo, nella stanza vuota c’era solo tanto sangue e un nauseabondo odore. Quando Enriqueta era tornata si era accorta che le due bambine le avevano disobbedito e per impaurirle quella sera le aveva costrette a mangiare un brodo dove galleggiavo due piccoli piedi lessi. Quando la polizia compie ulteriori sopralluoghi nella casa di Calle de Ponente trova una quantità di prove che confermano il terribile racconto delle bambine:
« …ossa di bambini e ciocche di capelli meticolosamente conservati, contenitori colmi di sangue coagulato e di grasso.»
Sono questi gli ingredienti con i quali Enriqueta confeziona le pozioni che vende a facoltosi clienti i cui nomi, annotati diligentemente dalla donna in un registro, portano alla scoperta di personaggi influenti che comprano le pozioni e anche le prestazioni sessuali fornite dai bambini. Del resto Enriqueta era stata già precedentemente denunciata per sfruttamento della prostituzione minorile ma nessuna indagine era stata avviata poiché era rimasto coinvolto nel caso un importante personaggio pubblico.
Enriqueta viene processata e condannata a morte ma, prima che la condanna venga eseguita, viene ritrovata morta nella sua cella uccisa da un’altra carcerata.
Fonte: Wikipedia, Nocturnia
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