Siamo all’inizio del XIX secolo quando la medicina è all’inizio del suo fiorire, e le rinomate Università di Edimburgo in scienze mediche purtroppo non dispongono di una quantità sufficiente di cadaveri. In questo periodo infatti i corpi che possono essere usati dagli studenti in medicina sono quelli dei criminali dopo l’esecuzione. Ma dopo l’abrogazione del […]
Siamo all’inizio del XIX secolo quando la medicina è all’inizio del suo fiorire, e le rinomate Università di Edimburgo in scienze mediche purtroppo non dispongono di una quantità sufficiente di cadaveri. In questo periodo infatti i corpi che possono essere usati dagli studenti in medicina sono quelli dei criminali dopo l’esecuzione. Ma dopo l’abrogazione del Bloody Code ci fu una netta diminuzione dei condannati a morte e quindi di cadaveri disponibili. Visto il gran numero di studenti in medicina e la sempre crescente richiesta di corpi per uso scientifico prende piede una nuova “attività”: rubare cadaveri.
I furti dei cadaveri, chiamati anche “resurrezione” suscitano in breve lo sdegno di tutti i cittadini e la paura nella popolazione di vedersi sottratto il proprio caro defunto, ma c’è ancora di peggio, infatti tra il rubare cadaveri e l’omicidio il passo è breve.
Ed è in questo contesto che due loschi individui cominciano ad agire con l’intento di lauti guadagni: Wiliam Bruke e Wiliam Hare, i quali cominciano a vendere i cadaveri delle loro vittime come corpi a scopo scientifico. Uno dei loro acquirenti più assidui è Il dottor Robert Knox, docente privato di anatomia la cui schiera di studenti arriva dall’Edinburgh Medical College.
I due serial killer non si limitano ad agire da soli in questo losco commercio ma anche la compagna di Bruke (Helen M’Dougal) e la moglie di Hare (Margaret Laird ) prendono parte attiva a questo “affare”. Infatti è dal loro particolare modo di uccidere le vittime che deriva il termine “burking”, che significa soffocare e comprimere volutamente il petto di una vittima.
Dal novembre 1827 al 31 ottobre 1828 uccidono 16 persone, anche con l’aiuto delle loro compagne, fino a che con l’ultima vittima, Marjory Campbell Docherty, commettono un passo falso, venendo così scoperti.
Dopo l’arresto viene offerta l’immunità ad Hare in cambio della sua piena confessione (le prove esistenti nei confronti dei due killer non sono schiaccianti) e della testimonianza contro Bruke.
La testimonianza di Hare porta Burke alla pena di morte nel dicembre 1828 e quest’ultima viene resa esecutiva il 28 gennaio 1829, il suo corpo è donato per essere dissezionato all’Edinburgh Medical College. M’Dougal, compagna di Bruke viene rilasciata, ma una volta libera viene attaccata da una folla inferocita. Si dice che in seguito scappò in Australia dove morì nel 1868. Anche Margaret Hare scappò da un linciaggio e tornò in Irlanda. Di lei non si seppe più nulla.
Hare viene liberato nel febbraio del 1829, ma sulla sua fine non ci sono fonti attendibili. Il dott. Knox non disse mai nulla sui suoi rapporti d’affari con Burke e Hare, e continuò ad assumere i ladri di cadaveri per studiare anatomia. Fece domanda di assunzione all’Edinburgh Medical School ma la sua richiesta fu rifiutata. Si trasferì al Cancer Hospital di Londra e morì nel 1862.
Death mask of Burke and life mask of Hare in the Anatomy Museum of Edinburgh University
E' severamente vietato copiare i contenuti de "La Nona Porta" senza citare la fonte.