Una straordinaria scoperta archeologica. Un museo senza precedenti nel cuore dell’Argentina andina. Questi sono gli ingredienti di una storia sospesa tra il sacro e il profano, tra tradizione e crudeltà popolare. Protagonisti i corpi mummificati di tre bambini inca. Studiando le civiltà a noi antecedenti, sembrerebbe che proprio il sacrificio rituale umano fosse una pratica […]
Una straordinaria scoperta archeologica. Un museo senza precedenti nel cuore dell’Argentina andina.
Questi sono gli ingredienti di una storia sospesa tra il sacro e il profano, tra tradizione e crudeltà popolare. Protagonisti i corpi mummificati di tre bambini inca.
Studiando le civiltà a noi antecedenti, sembrerebbe che proprio il sacrificio rituale umano fosse una pratica molto diffusa. Dagli scritti dei sacerdoti dei conquistatori spagnoli, siamo venuti a conoscenza che gli Incas, per placare l’ira degli dei, sacrificavano molti bambini. Stessa identica cosa per i Maya.
Gli Incas eseguivano sacrifici di bambini durante o dopo importanti eventi, quali la morte dell’imperatore o durante una carestia. Come vittime sacrificali sceglievano bambini fisicamente perfetti affinché gli dèi accettassero il sacrificio, scelti tra la nobiltà e in ottima salute: essere scelti per questo scopo era quindi un grande onore poiché di conseguenza entravano a far parte della sfera celeste.
I bambini venivano vestiti con abiti preziosi e gioielli, poi venivano scortati a Cuzco dove avrebbero incontrato l’imperatore e partecipato ad una festa in loro onore. Arrivati sul posto bevevano una bevanda inebriante per minimizzare dolore, paura e resistenza, dopodiché il macabro rituale aveva inizio: venivano uccisi per strangolamento, colpiti alla testa, o lasciati al freddo estremo per poi morire assiderati. Solo recentemente gli archeologi come Johan Reinhard hanno iniziato a ritrovare i corpi delle vittime sulla catena Andina: in tutti ritrovamenti i corpi erano mummificati e perfettamente conservati grazie alle condizioni asciutte dell’ambiente.
È stato possibile eseguire autopsie sui cadaveri rinvenuti ottenendo quindi informazioni preziose circa le usanze degli Incas.
Un esempio è il caso dell’agghiacciante scoperta avvenuta nel 1999 sulla cima al vulcano Llullaillaco, nell’area nord ovest dell’Argentina, dove furono riportati alla luce i cadaveri di tre bambini di età compresa tra gli otto e i quindici anni. Erano vestiti di lana e sulla testa portavano un ampio copricapo di piume. Secondo la ricostruzione degli studiosi, vennero drogati con un distillato ottenuto dalle foglie di coca per combattere i malesseri dell’altitudine e per stordirli. Una volta giunti nel posto desiderato, gli fu fatta bere una bevanda alcolica simile alla birra ma ricavata dalla fermentazione del mais: la “chica”, e in seguito furono sepolti vivi in buche profonde circa due metri assieme a un corredo di oggetti cerimoniali.
Fonte: latelanera.com , wikipedia