Nella foresta, sita ai piedi del monte Fuji, da quando è stato pubblicato il romanzo Kuroi Jukai, in cui due giovani amanti scelgono Aokigahara per suicidarsi, la gente in Giappone ha cominciato a recarsi in questo luogo per togliersi la vita, al punto che si contano quasi un centinaio di suicidi all’anno senza considerare che molti dei cadaveri si decompongono prima del ritrovamento o diventano cibo per animali selvatici.
Aokigahara è diventata piena di cadaveri, le autorità procedono alla rimozione solo una volta all’anno, e sono stati messi dei cartelli che invitano a rivolgersi a persone competenti prima di suicidarsi oltre a dei cartelli che sono veri e propri inni alla vita. C’è da dire poi che le autorità giapponesi sono restie a rendere pubblici i numeri reali dei suicidi per non rendere ancora più popolare la foresta.
Gli abitanti del posto dicono che si può facilmente individuare i tre tipi di visitatori della foresta: escursionisti interessati a vedute panoramiche del Monte Fuji, il curioso del macabro, e chi non ha intenzione di tornare a casa.
Gli abitanti delle isole limitrofe sostenevano e sostengono ancora oggi che l’isola sia abitata dagli spiriti senza pace (spiriti arrabbiati), gli Yurei, che affollano la foresta attirando i passanti e spingendoli a lasciare la loro anima in quel luogo, insieme alla loro.
La Foresta di Aokigahara è al secondo posto nel mondo, appena dietro il Golden Gate Bridge di San Francisco per numero di suicidi.