L’ARTICOLO CONTIENE L’IMMAGINE DELLE VITTIME E’ SCONSIGLIATA LA VISIONE AD UN PUBBLICO SENSIBILE. Andrej Romanovič Čikatilo (Jabločnoe, 16 ottobre 1936 – Novočerkassk, 14 febbraio 1994) è stato un serial killer russo, soprannominato il Mostro di Rostov, Cittadino X, Lo squartatore rosso oppure Il Macellaio di Rostov. Fu accusato dell’omicidio di 53 donne e bambini fra il 1978 […]
L’ARTICOLO CONTIENE L’IMMAGINE DELLE VITTIME E’ SCONSIGLIATA LA VISIONE AD UN PUBBLICO SENSIBILE.
Andrej Romanovič Čikatilo
(Jabločnoe, 16 ottobre 1936 – Novočerkassk, 14 febbraio 1994) è stato un serial killer russo, soprannominato il Mostro di Rostov, Cittadino X, Lo squartatore rosso oppure Il Macellaio di Rostov. Fu accusato dell’omicidio di 53 donne e bambini fra il 1978 ed il 1990.
Le vittime di Andrei Chikatilo sono state ben 53 persone tra bambini e donne adulte , il luogo del ritrovamento dei corpi quasi sempre era un bosco, quindi col tempo che i cadaveri passavano all’aperto e alle intemperie e con l’ormai “esperienza” che Chikatilo aveva acquisito nell’uccidere, le uniche tracce a disposizione delle forze dell’ordine venivano raccolte e trovate solo sul corpo delle vittime.
Chikatilo infieriva quasi sempre allo stesso modo le sue vittime ; le pugnalava più volte in tutto il corpo e poi agli occhi , le violentava e gli asportava i seni e i genitali .
Le vittime fornivano gli elementi biologici, rappresentati dallo sperma , da cui fu possibile risalire all’aggressore, ed è sempre attraverso le altre caratteristiche del loro corpo che fu possibile, (e grazie alle preziosi indicazioni dello psichiatra Aleksander Bukhanovskij che all’epoca collaborò con le forze dell’ordine), delineare un profilo psicologico che fu determinante per ridurre la lista dei sospettati .
Secondo Bukhanovskij il killer privava dei bulbi oculari le sue vittime perché non sopportava la vista dei loro occhi, mentre i genitali e i seni non venivano trovati perché, secondo lui, l’assassino era affetto non solo da necrofilia (perversione di far sesso con i cadaveri), ma anche da necrofagia (perversione che consiste nel mangiare gli organi genitali e/o le parti erogene).
Il profilo che Bukhanovskij delineò fu questo:
“Il soggetto è un laureato con un QI sopra la media , pur non essendo un genio. Se è sposato è di sicuro un uomo sottomesso. Non è omosessuale, non ha precedenti né per violenza né per malattie mentali. Vive in un ambiente normale. Ciò che lo spinge ad uccidere è un movente sessuale.” Come risulterà in seguito lo psichiatra Aleksander Bukhanovskij non andò molto lontano dal reale profilo del killer.
Fu processato il 4 aprile 1992. Nonostante il suo comportamento irriverente in aula, fu giudicato sano di mente. Durante il processo fu tenuto in gabbia al centro dell’aula, come reso celebre dalle immagini circolate in seguito, costruita per proteggerlo dai parenti delle vittime i quali, in un’atmosfera surreale, continuarono ad urlare minacce ed insulti a Čikatilo, chiedendo alle autorità di rilasciarlo e in modo che potessero procedere in autonomia alla sua esecuzione.
Il processo terminò a luglio e la sentenza fu posticipata al 15 ottobre quando, dichiarato colpevole di 52 dei 53 omicidi di cui era accusato, fu condannato a morte per ognuno dei crimini commessi. Quando gli fu possibile parlare, Čikatilo delirò accusando il regime, alcuni leader politici, la sua impotenza (anche togliendosi i pantaloni), e difendendosi citando la famosa carestia che colpì l’Ucraina negli anni trenta (del 1932-33, ma lui nacque nel 1936).
In alcuni momenti si vantò di aver fatto un favore alla società depurandola da persone inutili (molte delle sue vittime erano prostitute, alcolisti, ragazzi scappati di casa o giovani con problemi). La condanna a morte fu eseguita con un colpo alla nuca, nella prigione di Rostov il 14 febbraio 1994, dopo che il presidente russo Boris El’cin rifiutò l’ultimo appello di Čikatilo.
Fonte: Wikipedia
L’articolo ha preso spunto da :
SCENA DEL CRIMINE –
STORIE DI DELITTI EFFERATI E
DI INVESTIGAZIONI SCIENTIFICHE
di
Massimo Picozzi e Carlo Lucarelli