“La verità è tanto più difficile da sentire quanto più a lungo si è taciuta” (Anna Frank). Milioni di donne furono perseguitate e uccise durante l’Olocausto, ma non si trattava solo di ebree ma anche di donne Rom e tutte coloro che avevano difetti fisici o mentali. Il più grande campo di concentramento femminile fu quello […]
“La verità è tanto più difficile da sentire quanto più a lungo si è taciuta” (Anna Frank).
Milioni di donne furono perseguitate e uccise durante l’Olocausto, ma non si trattava solo di ebree ma anche di donne Rom e tutte coloro che avevano difetti fisici o mentali. Il più grande campo di concentramento femminile fu quello di Ravensbrük. Furono deportate (1938 e il 1945) più di 100.000 donne. Le donne anziane, malate o ritenute pazze (circa 10.000) vennero uccise nelle camere a gas. La stessa sorte subirono anche donne in stato di gravidanza e le madri di bambini piccoli, catalogate come inabili al lavoro e quindi spedite subito nelle camere a gas. Ma per molte di loro i medici ricercatori nazisti effettuarono gli esperimenti più crudeli che la storia possa ricordare. Il campo di Ravensbrük fu conosciuto come “l’inferno delle donne“. In questo lager morirono 92.000 persone.
Il campo di Ravensbrück fornì anche circa il 70% delle donne impiegate come prostitute nei bordelli interni di altri campi di concentramento; nel 1942, ad esempio, i tedeschi inviarono circa cinquanta prigioniere politiche in vari bordelli di campi di sterminio tra cui Mauthausen e Gusen. Molte di loro erano partite volontarie per sfuggire alle terribili condizioni di vita del campo.
Gli esperimenti:
Il 20 luglio 1942, iniziarono gli esperimenti “medici” sulle donne internate (principalmente polacche), effettuati dal medico delle SS Karl Gebhardt. Altri medici coinvolti furono l’SS-Obersturmführer Dr. Fritz Fischer, i dottori Gerhard Schiedlausky, Richard Trommer, Herta Oberheuser e persino Ludwig Stumpfegger chirurgo personale di Himmler e Hitler, i quali seguivano con particolare aspettativa e interesse queste orribili prove su cavie umane dopo averle ordinate. La genesi di tali ricerche risale principalmente al 5 giugno 1942, quando a seguito di un’infezione di gangrena gassosa era morto il giorno prima il capo della sicurezza del Reich, Reinhard Heydrich ma anche perché il tasso di mortalità tra i soldati tedeschi, sempre per la gangrena gassosa era molto alto; occorreva trovare il farmaco e le dosi giuste per debellarla, provandolo su cavie umane infettate appositamente.
Altri esperimenti riguardarono invece farmaci per la cura delle infezioni dei soldati al fronte. Le donne internate nei campi venivano ferite e infettate, nelle ferite venivano introdotti pezzi di legno o di vetro per arrivare alla cancrena, a questo punto venivano curate con i dei farmaci per testarne l’efficacia. A Molte donne vennero amputati gli arti per effettuare ricerche sulla possibilità di trapiantare ossa e nervi, ad altre, sempre per questo tipo di esperimenti, venivano spezzati gli arti.
Ma la crudeltà disumana di questi esperimenti raggiunse forse il culmine col il professor Clauberg, il quale testò un nuovo metodo per sterilizzare le donne: l’esperimento consisteva nell’iniettare una sostanza caustica nella cervice uterina per ostruire le tube di Falloppio. Questo metodo provocava forti dolori ed emorragie ai genitali alle povere cavie che poi nella maggior parte dei casi venivano lasciate morire agonizzanti in preda a inaudite sofferenze. Lo scopo di questi esperimenti disumani era la sterilizzazione di milioni di persone considerate indesiderabili per il nuovo ordine mondiale voluto dal Terzo Reich.
Fonte: Wikipedia, Donne Viola
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