Le donne “perdute” in custodia di quattro ordini religiosi, dal 1922 al 1996, chiuse a lavare panni gratis agli ordini delle suore cattoliche, a subire violenze psicologiche, fisiche, spesso sessuali. Il Comitato contro le torture delle Nazioni Unite chiede ora un’inchiesta, cosa che dovrebbe obbligare la Chiesa a rendere conto dell’accaduto. Le ragazze orfane, o […]
Le donne “perdute” in custodia di quattro ordini religiosi, dal 1922 al 1996, chiuse a lavare panni gratis agli ordini delle suore cattoliche, a subire violenze psicologiche, fisiche, spesso sessuali. Il Comitato contro le torture delle Nazioni Unite chiede ora un’inchiesta, cosa che dovrebbe obbligare la Chiesa a rendere conto dell’accaduto.
Le ragazze orfane, o ritenute “immorali“, per via della loro condotta considerata peccaminosa o in contrasto con i pregiudizi della società benpensante erano accolte nelle Lavanderie Magdalene (Magdalene Laundries). Questi istituti femminili furono gestiti da suore appartenenti a vari ordini e per conto della Chiesa cattolica.
Lo scopo di queste “case”, sorte in Inghilterra e in Irlanda nel XIX secolo, era la riabilitazione di donne che avevano lavorato come prostitute, ecco perché il nome di questi istituti faceva riferimento alla Maddalena, che secondo la tradizione cattolica si pentì dei suoi peccati e divenne seguace di Gesù.
Ma ben presto la ragione d’essere di queste Case si discostò sempre più dall’ intento iniziale, cioè togliere dalla strada le prostitute e riabilitarle nella società, aiutandole a trovare un impiego fisso che, a causa dei loro trascorsi, era difficile da reperire.
Quindi alle ”penitenti” fu richiesto di lavorare, soprattutto come lavandaie, il più delle volte contro la loro stessa volontà. Le suore attuavano severe regole e duri provvedimenti che scoraggiavano le malcapitate nell’intento di lasciare la struttura.
Dopo il ricovero, le donne che desideravano rimanere nella casa erano poste sotto il comando di una suora e venivano chiamate “Sorelle di Santa Margherita“. Seguivano delle regole di vita severe, ma non pronunciavano alcun voto religioso.
Nella maggior parte di questi istituti, le donne, per lo più ragazze adolescenti, erano trattenute spesso contro la loro volontà; questo anche grazie alla complicità dei familiari delle ragazze, preoccupati di mantenere integro l’onore e la reputazione della loro famiglia: così, per evitare un pubblico scandalo, le giovani erano condotte in questi conventi con l’intenzione di far espiare loro quelli che erano comunemente considerati gravi peccati.
Essere madre nubile, essere troppo avvenente o troppo brutta, essere rimasta vittima di uno stupro, erano alcune tra le cause più frequenti per cui si decideva di affidare le donne alle Case Magdalene. Le ragazze erano impegnate quotidianamente in estenuanti lavori, come lavare il bucato a mano: il duro lavoro, le privazioni e la preghiera erano la condotta che bisognava tenere e che costituiva il ”cammino verso la redenzione dei peccati del passato”.
Questi istituti furono delle vere e proprie lavanderie industriali, dove la manodopera delle operaie, non essendo retribuita, permetteva proficui guadagni.
La vera condizione di queste Donne e la verità su tali Istituti, fu tenuta nascosta fino al 1993, quando un ordine di suore a Dublino vendette parte del convento a un imprenditore e vennero rinvenuti resti di 155 pazienti, tumulate in tombe anonime all’interno della proprietà. Questo scatenò uno scandalo pubblico.
Nel 1999 Mary Norris, Josephine McCarthy e Mary-Jo McDonagh, pazienti della Casa, fecero un resoconto del trattamento ricevuto nell’istituto.
Nel documentario “Sex in a Cold Climate” del 1998 furono intervistate ex detenute delle Case Magdalene, che riferirono di aver subito abusi sessuali, psicologici e fisici continuati e di essere state completamente isolate dal mondo esterno durante il periodo di detenzione.
Fonte: Wikipedia
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