Il 17 novembre 1957 la commessa di una drogheria di nome Bernice Worden (madre del vice sceriffo) sparì nel nulla, fra i sospettati c’era anche Ed Gein in quanto fu l’ultima persona ad aver avuto contatti con lei, prima della scomparsa. La Polizia partì con l’ispezionare un capanno di proprietà di quest’ultimo, e lì gli […]
Il 17 novembre 1957 la commessa di una drogheria di nome Bernice Worden (madre del vice sceriffo) sparì nel nulla, fra i sospettati c’era anche Ed Gein in quanto fu l’ultima persona ad aver avuto contatti con lei, prima della scomparsa. La Polizia partì con l’ispezionare un capanno di proprietà di quest’ultimo, e lì gli agenti fecero la prima macabra scoperta: il corpo della Worden, decapitato e appeso dalle caviglie, aperto in due a partire dagli organi sessuali; le mutilazioni erano state inflitte post mortem.
La donna era stata uccisa con una carabina calibro 22. La testa fu rinvenuta in un’altra stanza della casa, con due chiodi conficcati ai lati, Ed aveva intenzione di appenderla al muro come un trofeo.
Durante la perquisizione in casa le autorità rimasero allibite difronte a tanto diabolico scempio:
- quattro nasi;
- alcune ossa umane;
- dieci teste di donne come decorazioni nella camera da letto;
- le teste di Bernice Worden e Mary Hogan;
- il cadavere di Bernice Worden, appeso a testa in giù, decapitato e sventrato;
- pelle umana usata come tappezzeria per lampade da tavolo e per sedie;
- calotte craniche trasformate in ciotole;
- un cuore umano (si discute su dove sia stato trovato; gli addetti al rapporto affermano tutti che fosse in una casseruola nella stufa, mentre alcuni fotografi della scena del crimine affermarono che fosse in una scatola di carta);
- due labbra umane che decoravano una finestra;
- alcuni teschi;
- il rivestimento di una lampada fatto in pelle umana;
- un tamburo fatto di pelle umana;
- femori usati come gambe per un tavolo;
- nove maschere fatte in pelle umana mummificata e somigliante al cuoio;
- una lampada con il manico di una colonna vertebrale;
- vestiti fatti di pelle umana.
Gein confessò di essersi recato al cimitero e di aver dissotterrato una donna di mezza età da poco sepolta che assomigliava molto a sua madre e dopo aver portato il corpo a casa ne aveva lavorato la pelle per farne i suoi macabri manufatti. In totale racconta di circa 40 visite notturne al cimitero dove violò circa 18 tombe. Durante l’interrogatorio Gein confessò inoltre di aver ucciso Mary Hogan, un’impiegata di una locale taverna che era scomparsa dal 1954. Lasciò anche capire che aveva commesso altri delitti in gioventù, tra cui una ragazzina adolescente scomparsa da Plainfield da diversi decenni.
Dopo la morte della madre, Gein aveva il desiderio di cambiare sesso, tuttavia si discute su come si manifestasse questa sua transessualità. Secondo molti egli aveva creato il suo “abito di donna” in modo che potesse assumere le sembianze della madre.
La letteratura considera l’usare pelle di donna come un “insano rituale di travestitismo”.
Si pensa che Gein sperimentasse anche una forma di necrofilia, ricavando piacere sessuale dai corpi mutilati. Gein ha sempre negato di aver avuto rapporti con i corpi riesumati spiegando che avevano un cattivo odore.
Gein venne giudicato mentalmente instabile quindi non in grado di affrontare un processo, scampata quindi la sedia elettrica, Edward Gein passò il resto della propria vita (circa 16 anni) in un manicomio criminale, fino alla sua morte.
Foto dal web
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