1 – Ospedale statale di Trenton ESTRAZIONE DEI DENTI E FOLLIA Questo ospedale, nei primi anni del ‘900, era adibito alla cura delle malattie mentali. Sembrava una struttura modello, estremamente avanzata e rispettosa dei diritti umani. In realtà, dietro a questa facciata di modernità, si nascondeva una verità terribile. I pazienti della struttura erano utilizzati come cavie […]
1 – Ospedale statale di Trenton
ESTRAZIONE DEI DENTI E FOLLIA
Questo ospedale, nei primi anni del ‘900, era adibito alla cura delle malattie mentali. Sembrava una struttura modello, estremamente avanzata e rispettosa dei diritti umani. In realtà, dietro a questa facciata di modernità, si nascondeva una verità terribile. I pazienti della struttura erano utilizzati come cavie per la sperimentazione medica.
Il dottor Henry Cotton (Henry Andrews Cotton, 1876-1933, formatosi in Europa studiando con due luminari della psichiatria, Emil Kraeplin e Alois Alzheimer, uno dei migliori allievi di Adolf Meyer alla John Hopkins University, nonché direttore dell’ospedale), era convinto che tutte le patologie mentali fossero causate da infezioni presenti all’interno dell’organismo. La sua soluzione al problema era tanto semplice quanto brutale. L’unico modo per curare la follia era asportare chirurgicamente le parti del corpo considerate infette.
Questa teoria era ovviamente errata, ma nonostante ciò le sperimentazioni di Cotton furono numerosissime. A molte persone vennero strappati i denti. Agli uomini venivano asportati i testicoli e la vescica, alle donne l’utero e le ovaie. Il tasso di mortalità di questi interventi era del 45%. La paura dilagava tra gli ospiti della struttura, terrorizzati dalla possibilità di finire sotto ai ferri di Cotton, cosa che spesso accadeva contro la loro volontà. In fondo erano i primi anni del ‘900 ed i malati mentali non avevano alcun diritto. L’ospedale di Trenton, nonostante fosse uno dei più tecnologicamente avanzati, si era tramutato in un vero e proprio incubo, pieno com’era di pazienti mutilati ed incapaci di comunicare correttamente e di alimentarsi in autonomia. Tutto ciò accadeva mentre fuori dalle mura dell’ospedale Cotton era considerato un luminare della scienza medica. Le sperimentazioni proseguirono fino al 1930, anno in cui il dottore andò in pensione.
2 – Ospedale statale di Topeka (Kansas – USA)
Se al mondo esistono dei luoghi che poco hanno da invidiare all’inferno, uno di questi fu certamente l’Ospedale statale di Topeka. In questo luogo, avvenivano sterilizzazioni forzate operate su criminali e malati di mente, la brutalità ed il sadismo erano legge. I pazienti più “ribelli” erano legati a delle sedie per giorni interi, a volte rimanevano immobilizzati anche per mesi. I nodi erano talmente stretti da causare cancrene ed infezioni agli arti. Famoso il caso di un paziente la cui pelle lacerata cominciò a crescere sopra alle corde che lo tenevano immobilizzato ormai da mesi. I malati venivano completamente isolati dal mondo. I contatti con gli altri residenti della struttura erano il più possibile limitati.
3 – Ospedale psichiatrico di GonjiamIn
La storia di questo ospedale psichiatrico abbandonato è la trama perfetta di un film dell’orrore. Secondo la leggenda locale, i pazienti ricoverati in questo ospedale hanno iniziato a morire misteriosamente una decina di anni fa, costringendo così la sua chiusura.
Al giorno d’oggi, l’ospedale è un edificio abbandonato che mostra i resti inquietanti della sua vita precedente, quali inferriate arrugginite e vecchie sedie usate per le visite mediche.
L’ospedale Psichiatrico Gonjiam è ritenuto uno dei luoghi più terrificanti della Corea del Sud insieme alla casa stregata di Youngdeok e il Neulbom Garden, un ex ristorante, dove si dice che si possono udire i rumori di qualcuno che lava i piatti in cucina.
4 – Il Waverly Hills Sanatorium (Kentucky – USA)
Tra il 1800 ed il 1900 l’America fu devastata da una grave epidemia mortale conosciuta da molti come “la peste bianca”, ovvero la Tubercolosi. Venne appositamente costruito, tra il 1924 ed il 1926, il Waverly Hills Sanatorium, per poter combattere questa malattia, qui le persone venivano “curate”, ma il problema è che all’epoca una cura per la tubercolosi non esisteva e spesso i trattamenti risultavano disumani e dolorosi. I polmoni dei pazienti venivano esposti a luce ultravioletta per contrastare la proliferazione batterica. Siccome si pensava che l’aria fresca fosse salutare per i malati, i letti venivano posizionati di fronte a delle grandi finestre o trasportati direttamente fuori dalla struttura. I pazienti venivano tenuti all’aperto e completamente nudi, sia d’estate che d’inverno.
In questo ospedale molte persone persero la vita tra atroci sofferenze, e non solo i pazienti. Nel 1928 una caposala fu trovata morta nella camera 502. Si era suicidata impiccandosi ad un lampadario. Quando il cadavere venne rinvenuto si scoprì un particolare raccapricciante. La donna era incinta. La depressione che la portò al suicidio fu scatenata proprio dalla gravidanza, il direttore del sanatorio, probabilmente il padre del bambino, sembra le avesse intimato di abortire. La donna colta dalla vergogna e dalla disperazione non trovò soluzione diversa dall’impiccarsi. Nel 1932 un’altra infermiera si tolse la vita, gettandosi dal tetto di una terrazza. Il motivo di questo gesto rimane un mistero. A causa dei terribili avvenimenti che si consumarono nella struttura ed ai frequenti avvistamenti paranormali oggi, il Waverly Hills Sanatorium, è considerato uno dei luoghi più infestati degli Stati Uniti.
5- Ospedale di Pripyat (Ucraina)
Il 26 aprile 1986, lo scoppio della centrale atomica di Chernobyl , l’ospedale di Pripyat fu investito dall’urto dell’esplosione e dall’ondata di radiazioni. Le persone che vi erano ricoverate subirono delle ferite terribili: loro corpi rimasero brutalmente dilaniati, le loro carni vennero tremendamente ustionate dalle radiazioni e dal calore scaturito dai reattori della centrale. Il disastro nucleare colpì tutti: uomini, donne e bambini. I figli di coloro che furono esposti alle radiazioni nacquero orribilmente deformati.
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