Josef Mengele (Günzburg, 16 marzo 1911 – Bertioga, 7 febbraio 1979) Medico nazista ed ufficiale delle SS tedesco. Laureato in antropologia all’Università Ludwig Maximilian di Monaco di Baviera e in medicina alla Johann Wolfgang Goethe-Universität di Francoforte, è tristemente noto per i crudeli esperimenti medici e di eugenetica che svolse, usando come cavie umane i […]
Josef Mengele (Günzburg, 16 marzo 1911 – Bertioga, 7 febbraio 1979) Medico nazista ed ufficiale delle SS tedesco. Laureato in antropologia all’Università Ludwig Maximilian di Monaco di Baviera e in medicina alla Johann Wolfgang Goethe-Universität di Francoforte, è tristemente noto per i crudeli esperimenti medici e di eugenetica che svolse, usando come cavie umane i deportati, anche bambini, del campo di concentramento di Auschwitz.
I suoi studi nel campo riguardarono essenzialmente due aspetti: il fondamento biologico dell’ambiente sociale, la trasmissione dei caratteri e i tipi razziali e infine persone con elementi di anormalità (difformità, sviluppi morfologici anomali). Tali studi vennero condotti quasi esclusivamente sui gemelli, che rappresentavano la sua principale ossessione.
Nel 1944, selezionarono e trasportarono alcuni gemelli nei quartieri specializzati in test sulle affinità genetiche. A Mengele fu dato numero illimitato di questi esemplari che potevano così essere studiati in maniera casuale. Secondo il Dr. Miklos Nyiszli Auschwitz furono messi a disposizione moltissimi esseri umani, maschi e femmine, da sperimentare come normali cavie. Poteva servirsene uno, come controllo, e l’altro come test probatorio. Tutti avevano ben chiaro, nel campo, che, quando una coppia di bambini si avviava per la sala infermieristica, non avrebbe fatto più ritorno.
“Tre volte la settimana siamo stati portati ad Auschwitz in un grande edificio di mattoni, una sorta di grande palestra. Siamo rimasti lì circa sette o otto ore, con le persone in camice bianco che ci guardavano e prendevano appunti. Studiavano anche ogni parte del nostro corpo. Facevano fotografie, misuravano le nostre teste, le braccia e confrontavano le reazioni di un fratello con l’altro. Gli esperimenti non si concludevano con la morte della coppia. In seguito avveniva la dissezione dei cadaveri per la conclusione delle analisi mediche.” (dai libri di Nyiszli e Lifton.)
Furono circa 3.000 bambini -selezionati come cavie-, di cui, solo circa 200 riuscirono a sopravvivere quando il campo fu liberato dall’esercito sovietico il 27 gennaio 1945.
Una delle sopravvissute a tale orrore, Rita Prigmore racconta: «Nel mondo di Hitler tutti avrebbero dovuto essere biondi con gli occhi azzurri. hanno strappato me e mia sorella gemella dalle braccia di mia madre appena nate. Volevano cambiarmi il colore degli occhi. Purtroppo mia sorella è morta dopo sei settimane. Non aveva ancora compiuto due mesi». Uccisa dagli stessi assurdi esperimenti di eugenetica nella clinica dell’università di Wuerzburg, in Baviera, dove il dottor Werner Heyde, membro chiave del programma eutanasia nazista, operava in stretto contatto con il suo maestro Joseph Mengele.
Nonostante questi orrori Mengele è sopravvissuto alla cattura e al processo di Norimberga grazie alla sua fuga in Sud America, ed è associato anche a una serie di ancora più oscuri esperimenti, passati alla cronaca come Progetto Monarch, ovvero la ricerca sul controllo e sulla programmazione mentale. C’è infatti chi sostiene che la sua fuga sia stata organizzata da parte dei servizi segreti americani in combutta con alcuni segmenti dell’alta gerarchia nazista come ramo parallelo dell’Operazione Paperclip, la stessa operazione che portò Werner Von Braun alla NASA e gli USA sulla Luna. Questo al fine di entrare in possesso della documentazione e dei risultati delle ricerche del Mengele relativamente alla programmazione mentale. Sempre secondo questi infatti le ricerche di Mengele servirono come base per l’illegale e segreto programma di ricerca CIA chiamato MK-ULTRA.
Fonte: Wikipedia, Totalità.it, Le stanze di Atlanticus.
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