Un genitore troppo permissivo, uno troppo autoritario, un’altro ancora troppo indifferente. Sono questi i gruppi in cui si tende solitamente a categorizzare le mamme e i papà, un giudizio superficiale di cui ci serviamo spesso per puntare il dito contro i bambini – maleducati o eccessivamente silenziosi. Da un lato abbiamo gli adulti che si […]
Un genitore troppo permissivo, uno troppo autoritario, un’altro ancora troppo indifferente. Sono questi i gruppi in cui si tende solitamente a categorizzare le mamme e i papà, un giudizio superficiale di cui ci serviamo spesso per puntare il dito contro i bambini – maleducati o eccessivamente silenziosi.
Da un lato abbiamo gli adulti che si ergono a giudici supremi, dall’altro bambini che un passo alla volta imparano a conoscere la vita. È proprio durante l’infanzia che gli individui archiviano nel proprio cervello le esperienze più significative che, conservate in un’apposita struttura chiamata amigdala, verranno utilizzate nel corso dell’intera vita al fine di prendere decisioni, risolvere problemi e più in generale per affrontare l’esistenza.
Cosa accade allora se le informazioni contenute nel nostro cervello sono il frutto di genitori tossici?
La risposta si deduce facilmente: i bambini che hanno vissuto un’infanzia caratterizzata dal “troppo amore” o dalla mancanza di esso avranno irrimediabilmente difficoltà nell’affrontare il resto della loro vita.
È necessario chiarire un concetto: quando si parla di genitori tossici potremmo automaticamente immaginare un contesto familiare al di fuori di qualsiasi norma, dove vige anarchia o al contrario autoritarismo. Si tratta invece di un’idea errata, che spesso porta alla miopia dei genitori che credono di educare i figli nel modo corretto e dunque non sentono mai l’esigenza di mettersi in discussione.
Prendiamo ad esempio un genitore eccessivamente attento. In questo caso il bambino si sente sotto continua osservazione, preso di mira da un giudizio che non cessa mai e dunque, inevitabilmente, il piccolo accumula in questa particolare area del cervello emozioni corrispondenti a rabbia, tensione, paura. Queste ultime saranno le linee guida del suo futuro da adulto.
Sebbene appaia come l’esatto opposto della situazione precedente, l’indifferenza e l’essere troppo permissivi sono causa di conseguenze non dissimili dall’attenzione morbosa. Un bambino che piange e viene ignorato avrà da adulto una visione distorta delle relazioni interpersonali, crescerà anch’egli con la rabbia di chi non ha ricevuto la necessaria assistenza, l’amore e i gesti correlati che un genitore dovrebbe spontaneamente mostrare ai propri figli.
Diventare genitori può essere una scelta o un mero caso del destino. In entrambe le circostanze gli adulti dovrebbero essere consapevoli della straordinaria potenzialità del ruolo del genitore, la consapevolezza che i propri comportamenti diventano armi che lasciano cicatrici indelebili nella memoria dei propri figli, i quali le utilizzeranno come linee guida per il resto della vita, nelle relazioni interpersonali, professionali ed accademiche.
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