L’espressione angelo della morte è comunemente utilizzata in criminologia per indicare i serial killer operativi nel settore delle professioni mediche e che, come suggeriscono i precedenti, agiscono spesso (ma non sempre) per «aiutare le persone sofferenti». Tra gli angeli della morte Charles Cullen è senza ombra di dubbio uno dei più prolifici, con 40 vittime […]
L’espressione angelo della morte è comunemente utilizzata in criminologia per indicare i serial killer operativi nel settore delle professioni mediche e che, come suggeriscono i precedenti, agiscono spesso (ma non sempre) per «aiutare le persone sofferenti».
Tra gli angeli della morte Charles Cullen è senza ombra di dubbio uno dei più prolifici, con 40 vittime accertate e oltre 400 casi di morti sospette tra i pazienti degli ospedali in cui è passato nei suoi 16 anni di carriera.
Il piccolo Charles ha solo 9 anni quando tenta per la prima volta di togliersi la vita bevendo sostanze chimiche. Rimasto orfano del padre a pochi mesi di vita, da adolescente vedrà il destino portare via anche sua madre. La perdita dell’unico genitore rimasto lo traumatizza, abbandona le scuole superiori e di arruola in marina, dove verrà poi messo in congedo a causa della sua instabilità mentale.
Decide di iscriversi ad una scuola per infermieri e dopo aver conseguito i titoli necessari comincerà a lavorare presso il St. Barnabas Medical Center a Livingstone, nel New Jersey. È proprio qui che l’uomo compie i suoi primi omicidi, uccidendo prima un giudice colpito da una semplice allergia, poi un malato di AIDS.
Gli omicidi – come si è detto, oltre 400 in 16 anni di carriera infermieristica – avvengono tutti allo stesso modo: il serial killer somministra alle vittime dosi letali di farmaci normalmente utilizzati per curare i pazienti (insulina, digossina e così via).
Durante la sua permanenza al St. Barnabas viene avviata un’indagine interna a causa del numero di decessi e delle relative cause, a seguito della quale l’infermiere viene licenziato.
Charles Cullen trova lavoro in un’altra clinica e, dopo un periodo di congedo dovuto ad una forte depressione che lo porterà ad un nuovo tentato suicidio, torna nella struttura a cercare le sue nuove vittime.
Queste ultime sembrano essere selezionate dal caso: tra di loro Michael Strenko, 21enne che deve sottoporsi ad un intervento di routine, ma anche Helen Dean, 91enne colpita da tumore. La loro eterogeneità smentisce dunque la tesi dell’omicidio “altruista”, commesso per mettere fine alle sofferenze dei degenti.
Il serial killer va avanti fino al 2003, quando i casi di morti sospette tra le mura dell’ultimo ospedale in cui lavora diventano talmente ingenti da eliminare completamente la possibilità di meri errori medici o complicazioni legate allo stato di salute dei pazienti.
Charles Cullen trascorrerà il resto della sua vita in carcere.
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