L’ansia è una condizione psichica che ogni essere umano ha provato almeno una volta nel corso della sua vita, anzi, si può dire che tale sensazione accompagni ogni fase importante di essa. La conosciamo fin da piccoli tra i banchi di scuola, cresce con noi, si trasforma e talvolta diventa una vera e propria patologia. […]
L’ansia è una condizione psichica che ogni essere umano ha provato almeno una volta nel corso della sua vita, anzi, si può dire che tale sensazione accompagni ogni fase importante di essa. La conosciamo fin da piccoli tra i banchi di scuola, cresce con noi, si trasforma e talvolta diventa una vera e propria patologia. Una condizione giudicata generalmente in modo negativo, eppure secondo la scienza è sintomo di intelligenza.
Le preoccupazioni in occasione di un esame vengono spesso considerate una conseguenza della scarsa preparazione, così come la paura di affrontare una persona, una situazione lavorativa o una nuova esperienza di vita colpiscono in apparenza gli individui con poca autostima. Insomma, nella società attuale l’ansia è sfavorevole per la persona che ne è colpita ma induce in errore anche coloro che, non comprendendo questo stato, tendono ad un giudizio precoce e preconcetto verso il prossimo.
A vederla diversamente sono i medici impegnati nella ricerca battezzata Personality and Individual Differences, nella quale vengono esaminati dal punto di vista scientifico il comportamento e le capacità cognitive di un variegato campione di individui.
Secondo i ricercatori, coloro che si sono mostrati maggiormente ansiosi hanno allo stesso tempo manifestato un grado di intelligenza superiore. La pubblicazione ovviamente non si limita a rendere noti numeri e statistiche rilevati nel corso dell’esperimento, al contrario fornisce una spiegazione scientifica della connessione tra ansia e intelligenza.
In pratica lo stato di ansia, di preoccupazione, di paura e perfino la depressione scatenano un’intensa attività delle facoltà cognitive, ne consegue quindi una maggiore intelligenza a quanto pare soprattutto in ambito linguistico-verbale, oltre che una spiccata capacità di analisi delle situazioni e delle loro possibili conseguenze.
I risvolti positivi dell’ansia tuttavia entrano in conflitto con conseguenze negative che non si limitano al momento di preoccupazione di fronte ad un determinato stimolo. Quando si tratta di una condizione costante, ad esempio nel caso di un’agitazione patologica, gli individui in questione subiscono un abbassamento delle difese immunitarie e dunque sono più esposti degli altri alle malattie.
Del resto Marcel Proust scriveva già nel 1919: «I tre quarti delle malattie delle persone intelligenti provengono dalla loro intelligenza».
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