I dispositivi portatili come smartphone e tablet hanno rivoluzionato la vita quotidiana. Oggi nelle nostre mani è letteralmente racchiusa la possibilità di compiere azioni ad alta tecnologia, che apparivano fino a venti anni fa come fantascienza. Eppure gli smartphone sono alla base di una vera e propria dipendenza. La dipendenza da smartphone è al centro […]
I dispositivi portatili come smartphone e tablet hanno rivoluzionato la vita quotidiana. Oggi nelle nostre mani è letteralmente racchiusa la possibilità di compiere azioni ad alta tecnologia, che apparivano fino a venti anni fa come fantascienza. Eppure gli smartphone sono alla base di una vera e propria dipendenza.
La dipendenza da smartphone è al centro di un progetto fotografico dell’americano Eric Pickersgill, il quale si è ritrovato a riflettere su una scena oggigiorno sempre più ricorrente. Mentre si trovava in un bar di New York, una famiglia composta da genitori e due figli entra e prende posto al tavolo accanto al suo; potrebbe essere il ritratto di una famiglia felice, unita, serena, ma invece è l’esatto opposto:
“Non parlavano molto. Il padre e le due figlie utilizzavano i loro smartphone, la madre invece lo aveva messo via. Guardava fuori dalla finestra, appariva triste e sola”.
La deprimente descrizione fornita da Pickersgill può facilmente costituire il preludio di un film drammatico, e invece quel gruppo solitario siamo noi. L’immagine che ha fatto riflettere il fotografo americano non è altro che il ritratto della società occidentale: per rendersene conto è sufficiente alzare la testa e distoglierla dallo schermo del nostro cellulare.
È questo il tema centrale del progetto ideato da Eric Pickersgill, il quale non ha fatto altro che sottrarre lo smartphone e i vari dispositivi mobili dalle mani dei suoi soggetti, chiedendo loro di rimanere nella stessa posizione, come se avessero ancora quell’oggetto inanimato tra le mani.
Il risultato è quasi surreale. Scene di vita quotidiana in cui le persone (una coppia, un gruppo di amici, fratelli, genitori e figli) vengono ritratte insieme ma in realtà sole, mentre ripongono tutta la loro attenzione non sugli individui lì presenti, ma sulle proprie mani.
Dal progetto è nato anche un breve documentario dal titolo di Removed, rimosso. Le immagini sono quelle della vita di tutti i giorni, alcune inscenate altre semplicemente riprese in strada, dalle quali emerge prorompente una sensazione di solitudine di massa.
Un’esperienza che anche noi potremmo vivere semplicemente camminando per strada, seduti in un bar o in metropolitana e osservando le persone che abbiamo di fronte. Spesso, però, quelle persone siamo proprio noi.
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