La seduzione per Rasputin era una sorta di dovere religioso. Dopo essersi fatto lavare i genitali andava a messa per liberarsi da Satana. La sera dopo essersi ubriacato riceveva la visita di Suor Maria. Al termine dell’incontro veniva ricevuto anche dalla principessa Irina… Nato nel 1869 da una famiglia contadina, crebbe nel paese siberiano […]
La seduzione per Rasputin era una sorta di dovere religioso. Dopo essersi fatto lavare i genitali andava a messa per liberarsi da Satana. La sera dopo essersi ubriacato riceveva la visita di Suor Maria. Al termine dell’incontro veniva ricevuto anche dalla principessa Irina...
Nato nel 1869 da una famiglia contadina, crebbe nel paese siberiano di Pokrovskoye, dove a dodici anni si manifestarono i suoi poteri mistici. Si diceva che le sue mucche producessero più latte quando lui era nei paraggi. Già a venti anni sosteneva che, dormendo con le donne, toglieva loro i peccati e le aiutava a trovare la grazia di Dio. «Io non vi disonoro, io vi purifico»
All’età di 36 anni diventa, di fatto, uno dei più potenti uomini dell’Impero russo. Questa è la storia di Grigori Rasputin.
Con i genitori lavoratori della terra nella sperduta regione russa, il destino di Rasputin è già chiaramente segnato ancor prima della nascita. Un bambino come tanti, se non per quella sua particolare propensione alla spiritualità. Il giovane si sposa, la moglie gli rimarrà fedele fino alla fine nonostante le sue molteplici relazioni(fu lei a dire la famosa frase: «Lui ne ha abbastanza per tutte” riferendosi alle doti falliche del marito), ha figli, coltiva la terra, ma la sua attrazione per l’ambiente religioso non viene meno.
Va in pellegrinaggio, fa l’esperienza del monastero (dove finalmente impara a leggere e a scrivere) e poi si unisce ai Chlysty, una setta religiosa che considera l’atto sessuale come strumento ultimo per arrivare a Dio.
Intorno a lui si sviluppa l’immagine del guaritore e l’eco del suo nome arriva fino alla Corte di Nicola II e Aleksandra Romanov, rispettivamente zar e zarina di Russia. L’interesse nei suoi confronti cresce inarrestabile: la coppia ha un figlio sofferente di emofilia e le cure mediche si sono rivelate inutili. I sovrani, disperati, ripongono nel mistico tutte le loro speranze.
I medici continuano a curare il piccolo Aleksej ma solo con l’arrivo del misterioso siberiano comincerà a sentirsi meglio. Lo zar e la zarina lo adorano, soprattutto Aleksandra. Ed è proprio lei a salvare la permanenza di Grigorij al Palazzo, spesso messa a rischio dal suo profondo appetito sessuale che dai tempi della setta non lo aveva mai abbandonato. Si parla addirittura di una relazione clandestina tra i due.
Intanto Aleksej si sente meglio nonostante qualche ricaduta e ciò permette a Rasputin di ottenere una decisiva influenza a Corte. Un’influenza tale da portare lo zar a prendere decisioni politiche (spesso sbagliate) dietro suo consiglio. Il potere politico del mistico cresce, e insieme crescono la sua libidine e la sua corruzione.
Nicola II è costretto a lasciare il Palazzo nel mezzo del primo conflitto mondiale e lì rimarrà lui, Rasputin, insieme alla sua presunta amante. Sesso e corruzione guideranno le scelte politiche del prezioso consigliere e presto contro di lui si solleverà un’intera classe di nobili e politici. L’unico modo per allontanarlo dalla Corte è quello di assassinarlo.
Lo invitano a cena, lo avvelenano ma il suo corpo non dà segni di declino. Gli sparano, lui si riprende e tenta di fuggire. Gli sparano ancora, questa volta alla testa e ne scaricano il corpo nel fiume. L’autopsia rivela in seguito che è morto proprio lì, per annegamento.
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