Avete mai sentito parlare del dilemma del porcospino? A parer nostro non esiste modo migliore per spiegare la difficoltà del vivere nel sociale. Il filosofo Arthur Schopenhauer attraverso questa stupenda metafora riflette sulla difficoltà di vivere in gruppo e di mantenere la giusta distanza nei rapporti con le persone per non ferirsi l’uno con […]
Avete mai sentito parlare del dilemma del porcospino?
A parer nostro non esiste modo migliore per spiegare la difficoltà del vivere nel sociale. Il filosofo Arthur Schopenhauer attraverso questa stupenda metafora riflette sulla difficoltà di vivere in gruppo e di mantenere la giusta distanza nei rapporti con le persone per non ferirsi l’uno con altro. Questo breve racconto ci parla di un gruppo di porcospini che durante una fredda notte d’inverno si strinsero vicini per potersi proteggere dal freddo col calore reciproco dei loro corpi. Ma ben presto cominciarono ad avvertire il dolore degli aculei con i quali si ferivano a vicenda, il dolore li fece quindi allontanare per poter trovare sollievo, ma il freddo non tardò a farsi risentire portandoli ad avvicinarsi nuovamente.
Inutile a dirsi ma si verificò di nuovo la stessa situazione di dolore, così i poveri porcospini si trovavano a dover scegliere tra due mali, o il dolore o il freddo, tutto questo durò fino a quando non trovarono una moderata distanza reciproca. Secondo Schopenhauer il dilemma del porcospino è una giusta metafora sulla continua ricerca di una maggiore intimità tra le persone. Per Schopenhauer la soluzione è tutta nella giusta distanza, riuscire a stare vicini ma senza ferirsi, come i porcospini, che per evitare di pungersi restavano vicino ma non troppo, riuscendo a trovare sia riparo dagli aculei che dal freddo.
Secondo molti esperti la metafora scelta da Schopenhauer rispecchia la sua visione pessimistica della vita, il ricercatore Jon Maner e i suoi colleghi conducendo una ricerca specifica sui rapporti che intercorrono tra le persone e il modo in cui le persone rispondono al rifiuto sociale hanno riscontrato che le persone ottimiste nonostante i rifiuti si sono impegnati molto a rafforzare le relazioni con gli altri. Mentre le persone molto ansiose, in seguito ai molti rifiuti diventano meno socievoli e più scontrose nel porsi verso gli altri.
Non dovremmo mai permettere che gli eventi negativi del passato intacchino la nostra vita sociale (più facile a dirsi che a farsi), ma un impegno maggiore da parte nostra nel rapportaci serenamente agli altri ci gioverebbe in prima persona. Voi cosa vorreste partire? Il freddo o la solitudine? Il Freddo è una certezza mentre i rapporti con gli altri sono un’incognita che potrebbe rivelarsi positiva o negativa, impegnarsi a mantenere un equilibrio tra le due è la soluzione migliore… Quindi ben venga la perfetta metafora dei porcospini.
La Nona Porta
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