Russia, estrema periferia, in un piccolo tempio vi è custodita una reliquia che ha dell’incredibile: “Il Lama vivente”. Un monaco buddista morto nel 1927. Tutt’ora il suo corpo è intatto, ma non solo, i suoi capelli continuano a crescere e la temperatura corporea è di 35,3 gradi, la sua pelle è perfettamente elastica pur non […]
Russia, estrema periferia, in un piccolo tempio vi è custodita una reliquia che ha dell’incredibile: “Il Lama vivente”. Un monaco buddista morto nel 1927. Tutt’ora il suo corpo è intatto, ma non solo, i suoi capelli continuano a crescere e la temperatura corporea è di 35,3 gradi, la sua pelle è perfettamente elastica pur non avendo subito nessuna procedura di imbalsamazione.
Il corpo è del monaco Khambo Itighelov, rispettato Bancho Lama della comunità Buriata, nel 1927 dopo essersi raccolto nella posizione del loto e aver recitato le opportune preghiere si congedò dal mondo terreno smettendo di respirare.
Promettendo di ritornare, raccomandò ad alcuni suoi discepoli di riesumare il suo corpo dopo 20 anni. Così fu fatto. Le prime riesumazioni furono eseguite nel massimo riserbo, infatti di esse non vi è nessuna documentazione. Ma quella avvenuta nel 2002 ha ottenuto una grande visibilità, riuscendo, cosa del tutto vietata, ad essere divulgata grazie anche ad un magnifico servizio fotografico, effettuato esclusivamente per attestare come a 75 anni dalla morte il Lama fosse perfettamente integro.
I rapporti medici attesterebbero che nel tempo gli arti sono rimasti flessibili, la pelle è elastica, perfettamente identica a quella di una persona in vita, i capelli crescono, il corpo ha la temperatura di 35,3 gradi e non è stato sottoposto ad alcuna procedura di imbalsamazione. Insomma, un corpo che continua la sua vita in un altro modo.
Il lama Itighelov siede a gambe incrociate senza alcun sostegno, e ha la testa china e gli occhi chiusi, e nelle luci soffuse della stanza è quasi possibile intravedere i bulbi oculari. La sua bocca è serrata. L’ attuale capo dei buddisti, Khambo lama Ajuscejev afferma: «Il lama Itighelov è come noi, solo in un stato di assenza. La reincarnazione è compiuta». Il Lama vivente, avrebbe raggiunto il livello di astrazione dal corpo descritto nel 1400 dal famoso lama Bogdo Zonkhavy: «È uno stato paranormale straordinario. Si ottiene attraverso lo svuotamento: un percorso spirituale ignoto, che consente di abbandonare e rientrare nel proprio corpo».
Per i fedeli è possibile vedere il Lama, previa autorizzazione (è comunque vietato fotografarlo), in occasione delle feste religiose: chiuso in un piccolo tempio a lui dedicato, circondato dalle offerte, dai paramenti e dalle immagini votive tradizionali, vestito come ogni monaco di giallo zafferano e porpora. Un mistero, un miracolo e una grande attrazione per il monastero.
La Nona Porta
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