Alla sua morte cominciò subito a realizzarsi una profezia nella quale si era sentita dire dagli angeli quella che sarebbe stata la cifra della sua santità: Et gloria eius in te videbitur. Fu seppellita il giorno stesso nella nuda terra, ma dopo diciotto giorni fu dissotterrata, intatta e profumata. Dopo varie peripezie il suo corpo […]
Alla sua morte cominciò subito a realizzarsi una profezia nella quale si era sentita dire dagli angeli quella che sarebbe stata la cifra della sua santità: Et gloria eius in te videbitur.
Fu seppellita il giorno stesso nella nuda terra, ma dopo diciotto giorni fu dissotterrata, intatta e profumata. Dopo varie peripezie il suo corpo trovò una collocazione soddisfacente che ancor oggi conserva: si trova nella sua cappella, senza alcuna maschera, seduta, visibile a tutti e non sigillata. Fu canonizzata da Papa Clemente XI il 22 maggio 1712, solennità della SS. Trinità, dopo un lungo e laborioso processo che vide impegnati, e a titoli vari anche contrapposti, il Monastero e la città di Bologna.
Alla fine degli anni trenta del Settecento, Prospero Lambertini (in procinto di diventare pontefice col nome di Benedetto XIV) sentì il bisogno di chiarire, nel suo famoso trattato intitolato “De Servorum Dei Beatificatione et Beatorum Canonizatione”, che alcuni cadaveri si conservavano incorrotti solo per l’intervento di cause naturali o perché erano stati sottoposti a un’imbalsamazione artificiale.
Non a caso, negli stessi anni, tornò alla ribalta la vicenda di Caterina da Bologna. Secondo i biografi del XV e XVI secolo, i suoi resti mortali avevano mostrato ai fedeli spettacoli strabilianti, muovendosi autonomamente, inginocchiandosi di fronte all’altare e emettendo suoni inquietanti. I moderni critici erano più propensi a pensare che certi racconti fossero frutto della fantasia o del fervore devoto: Caterina, secondo loro, era stata mummificata da abili specialisti, allo scopo di impressionare i fedeli più ingenui e creduloni, ma recenti ricerche effettuate sul corpo incorrotto e seduto attestano che la sua conservazione continua senza interventi da parte dell’uomo.
Lo storico Francesco Cancellieri, nel suo Notizie istoriche delle chiese di s. Maria in Iulia, di s. Giovanni Calibita … (1823), cita le notizie riferite da Teodoro Sprengero, secondo il quale “seguitano a crescere i capelli e le unghie” della santa.
Ogni anno, dall’8 al 16 marzo, al Monastero del Corpus Domini di Bologna si celebra un Ottavario in onore di Santa Caterina, co-patrona della città.
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