Vi proponiamo alcuni degli scatti più significativi del grande fotografo Andress Serrano che trattano il tema della morte. Nasce a New York nel 1950, figlio unico di padre honduregno e madre afro-cubana, passa gran parte della sua giovinezza a Brooklyn. Serrano sin dagli inizi della sua carriera esplora le connessioni nascoste ed estatiche fra l’iconografia […]
Vi proponiamo alcuni degli scatti più significativi del grande fotografo Andress Serrano che trattano il tema della morte.
Nasce a New York nel 1950, figlio unico di padre honduregno e madre afro-cubana, passa gran parte della sua giovinezza a Brooklyn. Serrano sin dagli inizi della sua carriera esplora le connessioni nascoste ed estatiche fra l’iconografia religiosa e la concretezza del corpo.
Serrano ha dichiarato: “Credo che sia necessario cercare la bellezza anche nei luoghi meno convenzionali o nei candidati più insospettabili. Se non incontro la bellezza non sono capace di scattare alcuna fotografia”.
Queste foto fanno parte della celebre The Morgue (1992).
In The Morgue, l’obbiettivo del fotografo si concentra sui corpi arrivati all’obitorio, a volte quasi perfetti, altre decomposti o mutilati. Ritratti in composizioni rigorose, dai colori accesi tanto da ricordare i dipinti del Caravaggio, i morti sembrano in bilico fra la reificazione ultima e una sorta di postuma soggettività.
Gli scatti di Serrano sono una violazione dell’intimità, o un commosso omaggio? Il suo occhio cede alla seduzione morbosa del macabro, oppure è alla ricerca di qualche segreto dettaglio che dia un significato alla morte? La potenza delle sue immagini sta proprio in questa capacità di estetizzare ciò che viene normalmente reputato osceno, e nella testarda convinzione di poter mostrare la meraviglia anche nel più triste e quotidiano degli orrori esattamente come i suoi amati maestri della pittura rinascimentale.
“La morte è una parte della vita. Esserne incuriositi è naturale. Io fotografo la morte come un’investigazione, allo stesso tempo spirituale ed estetica. È una ricerca sulla vita alla fine del suo corso.”
Andress Serrano
FONTE: Bizzarro Bazar
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