Nel 1979 fu introdotta la regola del figlio unico, sperimentata già precedentemente, e furono stabiliti i target di crescita nazionale che prevedevano una popolazione di 1,27 miliardi nel 2000 e il raggiungimento della crescita zero per lo stesso anno. La politica della pianificazione familiare consisteva in un insieme di regolamenti atti a controllare la […]
Nel 1979 fu introdotta la regola del figlio unico, sperimentata già precedentemente, e furono stabiliti i target di crescita nazionale che prevedevano una popolazione di 1,27 miliardi nel 2000 e il raggiungimento della crescita zero per lo stesso anno. La politica della pianificazione familiare consisteva in un insieme di regolamenti atti a controllare la giusta dimensione delle famiglie cinesi: i matrimoni ritardati, le gravidanze posticipate e l’attesa di un periodo abbastanza lungo (quattro o cinque anni) tra un figlio e l’altro, erano gli elementi principali. Per supportare un simile impianto e garantire il rispetto delle regole fu creata una nuova struttura verticale separata, la “Pianificazione Familiare”, che fino al 1979 era gestita localmente dal sistema sanitario. La politica del figlio unico è stata abolita dalla Corte Suprema cinese nel 2013
(28 marzo 2013)
Per avere un figlio, in Cina, si doveva chiedere il permesso al governo a causa del sovraffollamento della popolazione nazionale. Nonostante ciò, una coppia di giovani cinesi, aveva deciso di portare avanti di nascosto la loro inaspettata gravidanza, seppur avessero già un figlio e fosse loro proibito averne altri. Fu la spiata di un vicino di casa, riccamente ricompensato dallo Stato (in Cina funzionava così), a mettere in moto la dinamica macchina investigativa cinese: “O paghi una multa di 2-3 mila euro, o anche di più, oppure dobbiamo farti abortire forzatamente”. Ma la coppia, non particolarmente benestante, non poteva accettare di pagare l’ammenda e il feto fu abortito con un’iniezione letale. Era al settimo mese e il bimbo era totalmente formato, tanto che sarebbe stato in grado di sopravvivere già fuori dal ventre materno.
Il fatto è avvenuto a Chuzhou, nella provincia orientale cinese dell’Anhui. Le informazioni furono diffuse da alcune organizzazioni che operano in Cina e all’estero per la tutela dei diritti umani. Disperato e indignato per il fatto, il padre del piccolo decise di pubblicare su internet la foto del feto del suo bimbo: “Penso che se abbiamo violato la quota sulle nascite le autorità avrebbero dovuto prendersela con noi che siamo adulti e non con un neonato innocente. Così hanno messo fine alla sua vita”.
L’ennesima immagine raccapricciante fu proposta dal Daily Mail: un/a bambino/a abbandonato in un fiume della Cina, nella zona a sud est del Paese. Scandalizzati gli utenti cinesi per la fotografia del bambino morto annegato e lasciato “galleggiare” per giorni. Si presume che la morte era legata alla politica del figlio unico, in vigore in Cina dal 1979 che obbligava ogni famiglia ad avere un solo bambino. Nel caso della nascita di una femmina, spesso veniva abbandonata al proprio destino perché non poteva dare una mano nei campi, o per problemi legati ad altre esigenze. Per fortuna questo scempio è finito, con l’abolizione di questa assurda legge, nel 2013.
Tuttavia, legati a questi avvenimenti, in passato nacque il sospetto che i feti vittime di aborti venissero mangiati, questa notizia fu supportata da immagini raccapriccianti:
Ma si trattava di una mostra d’arte, come indicato negli ideogrammi che compaiono sulla vetrina del negozio, a conferma che si trattava di fotografie provocatorie, il signore che mangia il feto e’ un noto artista cinese: si chiama Zhu Yu, e ha allestì una mostra dal titolo Eating People (mangiare la gente) nel 2000.
La notizia quindi era una bufala, e si diffuse sia grazie alle fotografie impressionanti, sia grazie al fatto che non conosciamo bene le usanze dei paesi del sud-est asiatico, e siamo propensi a credere che in quelle zone si mangiano di tutto.
Fonte vice.com , tuttacronaca, repubblica.it