Le più grande stragi avvenute in passato creano una macchia nera nella storia, una macchia che indica le vite spezzate di anime innocenti che hanno perso la vita senza aver compiuto nessun tipo di crimine, una macchia che sarà per sempre ricordata come un momento di grande terrore, e che è nostro dovere non dimenticare. […]
Le più grande stragi avvenute in passato creano una macchia nera nella storia, una macchia che indica le vite spezzate di anime innocenti che hanno perso la vita senza aver compiuto nessun tipo di crimine, una macchia che sarà per sempre ricordata come un momento di grande terrore, e che è nostro dovere non dimenticare.
1. Il massacro di Nanchino
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Conosciuto anche come lo stupro di Nanchino, conta lo sterminio di 300.000 vittime cinesi senza nessuna eccezione di uomini, donne e bambini risiedenti nella città di Nanchino, l’antica capitale della Cina. Gli uomini furono torturati e uccisi. Furono più di 20.000 le donne stuprate, non furono risparmiati né i bambini né le persone anziane subendo violenze e atroci mutilazioni mentre erano ancora in vita. La città fu saccheggiata e furono appiccati numerosi incendi. Il massacro ebbe inizio il 13 Dicembre 1937 e si concluse ai primi di febbraio.
2. Il massacro di Babi Yar
il massacro di Babi Yar avvenne nei giorni del 29 e 30 settembre del 1941. Persero la vita 33.771 ebrei, uccisi in un sola operazione. Venne chiesto a tutti di spogliarsi e scendere nel burrone (Babi Yar è una gola nella capitale ucraina) dove furono costretti a sdraiarsi di volta in volta su persone già massacrate per essere uccisi a loro volta. Il massacro di Babi Yar è considerato come la più grande strage singola nella storia dell’Olocausto.
3. Il massacro dei prigionieri del NKVD
La strage dei prigionieri del NKVD fu una vera e propria esecuzione di massa, in cui 100.000 prigionieri provenienti dall’Europa orientale, furono assassinati dal NKVD sovietica, un commando di polizia sia pubblico che segreto dell’Unione Sovietica ai tempi di Stalin (KGB oggi). La maggior parte delle vittime erano prigionieri politici che furono imprigionati e giustiziati senza nessun processo.
4. Massacro della foresta Katyn
Il massacro della foresta di Katyń, noto anche più semplicemente come massacro di Katyń, avvenne nei mesi di aprile e maggio del 1940, furono oltre 22.000 le vittime e consistette nell’esecuzione di massa, da parte dell’Armata Rossa, di soldati e civili polacchi.
5. Il massacro dell’armata di Elphinstone
Nel massacro dell’armata di Elphinstone, il 6 Gennaio del 1842, persero la vita circa 16.500 persone: 4500 soldati di cui 700 inglesi e 3800 Sepoy indiani e oltre 12.000 tra attendenti di campo e familiari delle truppe, mentre il comandante Inglese William Elphinstone abbandonò vergognosamente il suo esercito e si consegnò spontaneamente all’esercito afgano per aver salva la vita, morirà durante la prigionia pochi mesi dopo.
6. Il massacro di Batak
Il massacro avvenne nel 1976 e secondo le diverse fonti, il numero totale di bulgari a Batak fu dai 3.000 ai 5.000, ma il bilancio delle vittime nel distretto di Filippopoli (Plovdiv) raggiunse circa i 15.000 individui. Nel suo rapporto Shuyler descrisse quello che vide così:
“… Da ogni parte vi erano ossa umane, teschi, costole, e persino scheletri integri, teste di ragazze i cui capelli erano ancora uniti in lunghe trecce; ossa di bambini e scheletri con i vestiti ancora indosso. In una casa, dove trenta persone erano state bruciate vive, il pavimento era diventato bianco a causa delle ceneri e delle ossa carbonizzate. Dove l’illustre cittadino Trandafil era stato impalato e poi arrostito, vi era una fossa piena di corpi in decomposizione; nei pressi della diga di un mulino ad acqua galleggiavano cadaveri gonfi, qui, 200 donne e bambini erano stati tutti bruciati vivi nella scuola dove avevano cercato rifugio…”
7. Il massacro di Thessalonica
Il massacro fu voluto dell’ imperatore romano Teodosio che ordinò l’uccisione di circa 7 mila abitanti di Tessalonica (ricordata nei libri di storia come strage di Tessalonica del 390). La carneficina fu la diretta conseguenza del linciaggio di un alto ufficiale dell’imperatore durante le proteste del popolo per l’avvenuta esecuzione di un idolo sportivo. Colpevoli e innocenti vennero brutalmente massacrati dentro un circo romano su volere di Teodosio.
8. La notte di San Bartolomeo
La notte di san Bartolomeo è il nome con il quale è passata alla storia la strage compiuta nella notte tra il 23 ed il 24 agosto 1572 dalla fazione cattolica ai danni degli ugonotti a Parigi in un clima di rivincita indotto dalla battaglia di Lepanto e dal crescente prestigio della Spagna. La vicenda nota anche come Strage di san Bartolomeo o Massacro di san Bartolomeo avvenne il 23 agosto 1572 (alla vigilia della festa di San Bartolomeo), il re ordinò l’ uccisione dei vari leader protestanti, fra cui il leader ugonotto Coligny, ma la situazione sfuggì di mano e tutto si trasformò in una strage indiscriminata che si diffuse in tutta Parigi. Gli omicidi durarono diverse settimane: il massacro si estese ad altri centri urbani e nella campagna. Le stime moderne parlano di un numero di morti tra 5.000 e 30.000 in totale. Dalla mattina del 24 agosto, Carlo IX ordinò la cessazione immediata delle uccisioni, ma sopraffatto dallo zelo e dalla furia della gente, il suo ordine cadde nel vuoto.
9. Il massacro di Granada 1066
Il massacro di Granada avvenne il 30 dicembre 1066 (9 Tevet 4827) quando una folla di musulmani assaltò il palazzo reale di Granada, allora governata dai musulmani di al-Andalus, assassinando Joseph ibn Naghrela, il visir ebreo del sultano ziride Badis ibn Habus, e massacrando gran parte della popolazione ebraica della città
10. Il massacro di Sabra e Shatila
In cerca di vendetta per l’assassinio di Gemayel e coordinandosi con le forze israeliane dislocate a Beirut ovest, le milizie cristiano-falangiste di Elie Hobeika alle 18:00 circa del 16 settembre 1982, entrano nei campi profughi di Sabra e Shatila. Il giorno prima, l’esercito israeliano aveva chiuso ermeticamente i campi profughi e messo posti di osservazione sui tetti degli edifici vicini. Le milizie cristiane lasciarono i campi profughi solo il 18 settembre. Il numero esatto dei morti non è ancora chiaro. Il procuratore capo dell’esercito libanese in un’indagine condotta sul massacro, parlò di 460 morti, la stima dei servizi segreti israeliani parlava invece di circa 700-800 morti.
David Lamb scrive sul quotidiano Los Angeles Times del 23 settembre 1982:
« Alle 16 di venerdì il massacro durava ormai da 19 ore. Gli Israeliani, che stazionavano a meno di 100 metri di distanza, non avevano risposto al crepitìo costante degli spari né alla vista dei camion carichi di corpi che venivano portati via dai campi. » |