Delfina (El Santo, 1912 – Irapuato, 17 agosto 1970) e María de Jesús González Valenzuela (El Santo, 1924 –Irapuato, novembre 1984) dette Las Poquianchis, sono due serial killer ritenute le più brutali del Messico. Tutti gli omicidi sono avvenuti nella città di Guanajuato, situata nel comune di San Francisco del Rincón, a 200 km daCittà del […]
Delfina (El Santo, 1912 – Irapuato, 17 agosto 1970) e María de Jesús González Valenzuela (El Santo, 1924 –Irapuato, novembre 1984) dette Las Poquianchis, sono due serial killer ritenute le più brutali del Messico.
Tutti gli omicidi sono avvenuti nella città di Guanajuato, situata nel comune di San Francisco del Rincón, a 200 km daCittà del Messico, tra il 1950 e il gennaio del 1964 in un locale che le sorelle gestivano, chiamato “Bordello d’Inferno“. Le vittime, quasi tutte donne, venivano adescate nel locale tramite annunci di lavoro sparsi per la città; pensando di essere assunte come cameriere ben retribuite, si presentavano nel locale: una volta entrate venivano rapite e costrette a prostituirsi ai clienti a tempo pieno. Le condizioni igienico-sanitarie in cui vivevano erano pessime; restavano segregate per molto tempo e avevano poco da mangiare; spesso si ammalavano. Molte di loro erano costrette dalle sorelle ad assumere cocaina ed eroina e venivano bastonate.
Quando diventavano troppo malate o i loro copri martoriati dai troppi stupri e maltrattamenti, non piacevano più ai clienti e venivano uccise. Non è mai trapelato il modo in cui le uccidevano. I figli che le prigioniere, tra una violenza e l’altra, partorivano, venivano sequestrati e uccisi poiché per le sorelle rappresentavano un peso inutile. Talvolta alcuni clienti stessi venivano uccisi, specialmente quando si presentavano con forti somme di denaro appresso. Delfina e Maria avevano anche delle complici: altre due sorelle, chiamate Carmen e María Luisa, che collaboravano ai loro crimini. Delfina e Maria non vennero mai sospettate di nulla: agli occhi degli altri apparivano come due donne miti e fortemente devote al cristianesimo.
La polizia, allertata dalle numerosissime scomparse, aveva iniziato alcune indagini. La svolta si ebbe quando una prostituta chiamata Josefina Gutiérrez, che portava evidenti segni di malnutrizione e maltrattamento psicofisico venne arrestata alla stazione. Era sospettata di alcune sparizioni, ma per dimostrare la sua innocenza e porre fino al giro di violenze confessò tutto agli agenti e coinvolse anche le sorelle Delfina e Maria, le vere colpevoli. La polizia così entrò nel ranch delle sorelle, dove trovò: una dozzina di donne in gravi condizioni di salute, 80 cadaveri di prostitute, 11 cadaveri di clienti e un gran numero di feti umani morti. In tutto le vittime, esclusi i feti, erano almeno 91. I poliziotti, che ormai avevano abbastanza prove evidenti, le arrestarono e le processarono. Era il gennaio del 1964.
Entrambe le sorelle furono riconosciute colpevoli di almeno 91 omicidi e condannate a 40 anni di carcere, che era il massimo della pena secondo le leggi messicane. Carmen e María Luisa furono scagionate dagli omicidi ma condannate con una pena più lieve per reati minori. Il caso fece il giro del Messico e suscitò molto scalpore. Delfina ebbe un incidente nel carcere di Irapuato, a Guanajuato e morì dopo una lunga agonia; Carmen morì di cancro anch’essa nel carcere; María Luisa impazzì perché temeva che la folla inferocita la volesse linciare. L’unica che si “salvò” fu María de Jesús González che, dopo aver scontato diversi anni di carcere, tornò in libertà. Di lei non si seppe più nulla.
I film “The Devil’s Sister”, del 1966, ri-girato nel 1968 come “Le Suore del Diavolo” e “Las Poquianchis” sono ispirati a questi eventi.
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