Henry Howard Holmes è stato un assassino seriale statunitense, uno dei serial killer americani più prolifici in assoluto; viene inoltre considerato dai criminologi come l’assassino più folle e depravato di tutto l’Ottocento. H.H. Holmes nacque il 16 maggio 1861 a New Hampshire in una famiglia abbastanza agiata. Ebbe un’infanzia più o meno normale: non subì […]
Henry Howard Holmes è stato un assassino seriale statunitense, uno dei serial killer americani più prolifici in assoluto; viene inoltre considerato dai criminologi come l’assassino più folle e depravato di tutto l’Ottocento.
H.H. Holmes nacque il 16 maggio 1861 a New Hampshire in una famiglia abbastanza agiata. Ebbe un’infanzia più o meno normale: non subì nessun abuso degno di essere ricordato. Al contrario da piccolo gli piaceva torturare con sadici esperimenti animali randagi. Dopo essere stato espulso dalla scuola per una frode all’assicurazione si sposò e si trasferì da solo a Englewood. Fu qui che cambiò il suo nome da Herman Webster Mudgett a Henry Howard Holmes. Intorno a questo periodo Holmes commise il suo primo omicidio: a scopo di profitto avvelenò una donna. Diverso tempo dopo lesse un annuncio di una donna anziana che cercava un aiutante per la sua farmacia, Holmes rispose all’annuncio presentandosi in casa sua e si offrì anche di curarle il marito gravemente malato da tempo. Ma dopo averle avvelenato il marito e chiesto la completa gestione della farmacia in cambio di un reddito mensile, sparì anche lei. E’ stata la terza vittima di Holmes. Con i soldi di alcune frodi assicurative si fece costruire un edificio enorme a tre piani che gli serviva come abitazione, farmacia, negozio e hotel. L’edificio era talmente grosso e imponente da essere soprannominato castello. Il secondo e il terzo piano di questo edificio erano una trappola mortale per chiunque ci si addentrasse, c’ erano delle specie di labirinti che avevano passaggi segreti, muri scorrevoli, spioncini, porte blindate, stanze segrete, camere insonorizzate, scale e corridoi che non portavano da nessuna parte, botole sul pavimento che si aprivano a comando e che facevano scivolare la vittima in cantina dove si trovava la stanza delle torture. Tutte le stanze erano in realtà vere e proprie camere a gas fatte apposta per uccidere il malcapitato, le porte potevano essere bloccate dall’esterno, in caso si volesse intrappolare dentro qualcuno. I muri erano foderati con l’amianto per poter carbonizzare i corpi senza che le fiamme si propagassero per tutto lo stabile. Nella cantina c’era un’enorme piscina riempita di acido corrosivo. Infine, in una stanza segreta si trovava anche un forno crematorio. Dal 1892 al 1894 un numero enorme di clienti di qualsiasi età bambini, visitatori, garzoni, conoscenti, fidanzate e perfino complici di Holmes troveranno la morte nel castello. Spesso affittava una camera; poi, dopo aver intrappolato le vittime ed aver goduto delle loro urla strazianti, li faceva morire asfissiati nella camera oppure li gasava. A volte incendiava il gas in modo da carbonizzarli. Il corpo veniva quindi recuperato ed utilizzato in tre modi: veniva eviscerato e scarnificato per poi rivenderne lo scheletro ad università; veniva completamente sciolto nella piscina d’acido; veniva utilizzato da Holmes come cavia per dissezioni ed esperimenti non meglio definiti senza finalità scientifiche.
Molte delle vittime furono semplici turisti che decisero di visitare il castello di Holmes. La frequenza degli omicidi era elevata ed il guadagno ricavato dalla vendita degli scheletri fu molto redditizio. Nessuno nutriva sospetti: Holmes agì indisturbato, nonostante le decine di sparizioni nell’area. Spesso il numero di sparizioni coincideva con il numero delle frodi che Holmes faceva ai danni delle società di assicurazioni. Poco prima del 1894, Holmes, vedendosi accerchiato dai creditori, in un momento di difficoltà economica, abbandonò il castello per rifugiarsi altrove. Diverse settimane dopo un altro suo complice bruciò l’edificio, furioso per aver perso l’amante, sua sorella e la sua figlia illegittima che Holmes per errore, mentre erano in una stanza, le aveva gasate e scarnificate. Dopo aver lasciato Chicago, Holmes provò a intascare i soldi dell’assicurazione per incendio accidentale, ma un investigatore mandò a monte il piano scoprendo che l’incendio era doloso. Holmes non venne accusato di nulla, ma continuò a truffare e, tra una truffa e l’altra, uccidere.
Holmes venne arrestato a Boston il 17 novembre 1894 mentre stava per imbarcarsi per l’Europa. Prima di allora non venne mai arrestato per via dei suoi continui spostamenti e cambi di identità. In carcere venne trovato dapprima colpevole di 4 omicidi, poi ne confessò altri fino a circa 27; la polizia controllò i resti del castello e affermò di avere trovato gli scheletri di 150 persone. Molti altri non si poterono recuperare in quanto o completamente bruciati o dissolti nell’acido o venduti o fatti sparire chissà dove. Holmes così ne confessò altri mentre scriveva la sua biografia. La cifra arrivò a 133, nonostante la polizia lo ritenesse fortemente sospettato di oltre 200 omicidi in totale; successivamente disse di avere confessato 133 omicidi solo per guadagnare soldi. Nel 1895 iniziò e finì il processo contro di lui e venne dichiarato colpevole di solo 9 degli almeno 27 omicidi e di un gran numero di frodi assicurative. La pena prevista era la morte. Henry Howard Holmes morì impiccato la mattina del 7 maggio 1896, all’età di 36 anni. La sua lenta e straziante agonia durò quindici minuti: il cappio infatti non era stato preparato a regola d’arte.
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