Durante il corso della storia sono stati numerosi i serial killer che hanno seminato il terrore e distrutto la pace di città e villaggi in tutto il mondo. La vicenda di Sawney Bean è però diversa, perché si trattò di una intera famiglia, nata dall’incesto, che catturò, uccise e mangiò oltre 1000 persone alla fine del Medio Evo. […]
Durante il corso della storia sono stati numerosi i serial killer che hanno seminato il terrore e distrutto la pace di città e villaggi in tutto il mondo. La vicenda di Sawney Bean è però diversa, perché si trattò di una intera famiglia, nata dall’incesto, che catturò, uccise e mangiò oltre 1000 persone alla fine del Medio Evo.
L’inizio
Sawney Bean nacque nel 1370 nella contea di Lothian, un villaggio poco distante da Edimburgo, in Scozia. In giovane età si dedicò al lavoro agricolo, ma provava un malessere crescente per quella vita fatta di privazioni e pochi momenti di felicità. Annoiato e stanco di quell’esistenza decise di fuggire di casa ancora minorenne, e si mise a mendicare di città in città. Durante i suoi pellegrinaggi conobbe Agnes Black, e fra i due si creò subito una forte complicità. Insieme andarono a vivere a Ballantrae, un porto nella parte sud occidentale della Scozia che era un famoso approdo di pirati.
Agnes praticava la stregoneria illudendo e depredando i malcapitati che le capitavano a tiro. Durante quel periodo le streghe venivano ricercate e spesso messe al rogo e, a causa delle crescenti voci riguardanti le pratiche occulte della donna, i due decisero di fuggire verso la costa di Galloway, di fronte all’isola di Man. Non avendo soldi e con la paura di essere raggiunti, la coppia si rifugiò in una caverna di fronte al mare, che veniva chiusa periodicamente ogni giorno dall’alta marea.
La caverna
La caverna divenne il nascondiglio ideale per i due amanti, che la abitarono insieme a figli e nipoti per circa 25 anni. La conformazione del loro rifugio consentì loro di rimanere nascosti al mondo e compiere efferati delitti e atti di cannibalismo senza dare quasi nell’occhio nei dintorni della contea.
25 anni di assassinii
Inizialmente Bean assalì e depredò i viandanti che passavano nelle strade vicino alla caverna, ma il rischio di essere identificato cresceva al crescere dei delitti, e quindi decise di finire il malcapitato di turno uccidendolo e occultandone il cadavere nella terra o sotto la sabbia. Al sopraggiungere dei primi figli la necessità di beni e denaro aumentarono, e con loro i delitti. Era però complesso sfamare tutte quelle bocche acquistando generi alimentari, e quindi la caverna divenne un vero e proprio mattatoio dove le vittime venivano macellate e conservate in salamoia, per poi essere mangiate alla bisogna.
Nell’area di Galloway le attività della famiglia rimanevano oscure a tutti, ma le centinaia di persone scomparse lasciavano dietro di sé un vuoto fatto di domande e misteri. In quel periodo furono arrestati e condannati a morte numerosi abitanti della zona accusati di aver rapito la persona scomparsa soltanto perché erano stati gli ultimi a vederli vivi. In particolari i gestori di locande furono sovente accusati (e alcuni condannati) perché l’ultimo luogo conosciuto frequentato dalla vittima era proprio la pensione. Scoprire la famiglia Beane era d’altronde difficilissimo, in primo luogo per la straordinaria efficacia dei delitti, che non lasciavano sopravvissuti, e in secondo per la perfezione del rifugio scelto, coperto dalla marea ogni giorno.
Le autorità locali però non stettero con le mani in mano e si dedicarono alle ricerche spinti dal crescente disagio della popolazione, sempre più terrorizzata. Il culmine della preoccupazione arrivò verso la fine del 1430, quando furono trovati arti e parti di corpi umani nelle coste limitrofe la caverna di Galloway. La popolazione era terrorizzata e le forze dell’ordine ricercarono ovunque il nascondiglio di quel “demone” che uccideva e macellava centinaia di persone. Le guardie passarono anche di fronte alla grotta dei Bean ma, anche in quell’occasione, la marea e la conformazione del rifugio impedì la cattura del clan assassino.
La scoperta
Nel 1435 i Bean assalirono una giocane coppia di sposi a cavallo. La donna cadde e fu sgozzata di fronte al marito, il quale assistette impotente mentre si difendeva dai cannibali. Durante il crimine però sopraggiunse un gruppo di altre persone, e gli assassini furono costretti a fuggire. La famiglia, per la prima volta in 25 anni, aveva lasciato un superstite.
All’interno della grotta lo spettacolo fu orribile. Parti di corpi umani pendevano da ganci al soffitto, numerosi contenitori conservavano dei pezzi in salamoia e, in fondo alla grotta, erano presenti migliaia di ossa umane. Vicino ad esse la famiglia Bean tentò un’ultima, disperata resistenza, ma il numero dei soldati e l’equipaggiamento a disposizione mise presto fine alla loro latitanza. Il clan cannibale più numeroso della storia era scoperto, e con loro finiva un periodo di terrore durato 25 lunghissimi anni.
La sentenza di morte
La famiglia fu rinchiusa nel carcere di Leith, a Edimburgo. Il giorno seguente il loro arrivo furono tutti giustiziati in modo atroce senza processo. Gli uomini seguirono il rito dello squartamento, mentre le donne, giustiziate dopo questi, furono messe al rogo.
Sawney Bean: storia o leggenda?
Sawney Bean è probabilmente una figura mitica, così come la sua famiglia di cannibali. Non esistono fonti storiche dell’epoca che documentino la sparizione di un numero così elevato di persone, così come dell’”impresa” compiuta da Giacomo I di Scozia nel trovare il clan di assassini. Il racconto della famiglia apparve per la prima volta su alcune riviste scandalistiche inglesi durante il periodo delle insurrezioni Giacobite, fra il 1688 e il 1746, probabilmente volte a screditare il popolo scozzese.
La datazione dei delitti della famiglia Beane varia di volta in volta, con una collocazione storica sempre più recente in modo da suscitare maggior indignazione fra i lettori. E’ però vero che il cannibalismo in Scozia era ben conosciuto, e l’area di Galloway nel medioevo era famosa per essere un luogo di fuori legge.
Il nome Sawney, inoltre, era un nomignolo dispregiativo che veniva usato, sino all’inizio del ‘900, per indicare “Lo Scozzese“, un po’ come in italiano usiamo “crucco” per i tedeschi. La storia di Sawney Bean si interseca inoltre con quella di Christie Cleek, un altro assassino e cannibale con un clan di persone che si nascondevano sui monti Grampian, sempre in Scozia.
Probabilmente le leggende riguardo clan di persone che assalivano, depredavano e macellavano i viandanti durante la fine del medioevo hanno un consistente fondo di verità. Le condizioni di indigenza di quel periodo, sopratutto nella zona della Scozia, avrebbero facilmente potuto spingere alla disperazione intere famiglie, che sarebbero certamente arrivate anche al cannibalismo pur di sopravvivere. La voglia di denigrare gli scozzesi da parte degli inglesi ha certamente fatto il resto, rendendo la vicenda di Sawney Bean molto più cruenta di quanto fosse in realtà.
Alleghiamo il video footage con la caverna si Sawney Bean:
Fonte: Vanilla Magazine
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