Una visita al museo degli orrori di San Pietroburgo potrebbe scioccare persino gli amanti del macabro. Quella che vi proponiamo non è la solita visita al museo, tra esemplari e rarità inconsuete. Nel cuore della fredda San Pietroburgo, tra le pareti del museo KuntsCamera, da secoli, si custodiscono delle cose agghiaccianti. Voluto dallo Zar Pietro […]
Una visita al museo degli orrori di San Pietroburgo potrebbe scioccare persino gli amanti del macabro.
Quella che vi proponiamo non è la solita visita al museo, tra esemplari e rarità inconsuete. Nel cuore della fredda San Pietroburgo, tra le pareti del museo KuntsCamera, da secoli, si custodiscono delle cose agghiaccianti.
Voluto dallo Zar Pietro il Grande: amante delle rarità e accanito collezionista. Il museo possiede una delle collezioni di antropologia e etnografia più complete ed interessanti del mondo. Tra minerali, animali esotici imbalsamati, macchine da tortura potrete imbattervi, però, anche tra barattoli in vetro che mantengono in perfetto stato esemplari di feti malformati. Le immagini sono agghiaccianti, macabre, destinate ad un pubblico forte di stomaco. Eppure l’idea alla base del progetto dello zar non era quella di scioccare i visitanti e incutere orrore, anzi, tra i suoi nobili intenti c’era, senz’altro, quello di persuadere la cultura del tempo e liberare il popolo da stupide credenze superstiziose. I feti in esposizione mantengono intatti forma e colori grazie allo speciale liquido di conservazione, con formula segreta, ideata dall’anatomista olandese dal quale lo zar comprò parte del materiale esposto. La passeggiata al museo si completa con una mostra delle più crudeli macchine da tortura, visione non consigliabile a bambini e persone troppo sensibilie facilmente impressionabili. Pare che lo stesso zar offrisse ai visitatori del tempo un bicchierino di vodka pura per inebriare i sensi e superare senza troppi traumi la passeggiata tra raccapriccianti rarità.
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